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Correre ….. per seminare il Diabete !!!

Quante volte, andando dal medico, che sia stato il proprio medico di famiglia, l’endocrinologo, il diabetologo, il cardiologo o il dietologo, ci si è sentiti dire: “deve cambiare abitudini di vita: dieta e attività sportiva!”.

Ma tutte le volte, tutti i migliori propositi di cui siamo animati sono svaniti in un lampo, pensando: “e ora che devo fare?”, o “ma sarà poi vero?”, “e la mia pancia, che fine farà?”… di qui, l’inesorabile sconfitta: “per non sbagliare, non faccio proprio nulla…che non sia prendere le mie medicine!”.

Errore!!! ed ecco perché: proprio l’esercizio fisico, ed in particolare l’attività aerobica (cioè quell’attività fisica prolungata in cui la frequenza cardiaca non sale molto), è il primo presidio terapeutico che si deve adottare nel caso si sia affetti da Diabete Mellito di Tipo 2.

Di letteratura scientifica, in questo ambito, ce n’è in abbondanza a partire dal 1926, anno in cui Lawrence, medico inglese e diabetico, pubblicò sul British Medical Journal un articolo in cui dimostrava su se stesso che una iniezione di 10 unità di insulina rapida produceva un abbassamento glicemico molto maggiore e più rapido se era seguita da un esercizio fisico piuttosto che se si restava a riposo. Da allora gli studi si sono moltiplicati e tutti concordano con l’osservazione del sinergismo d’azione del lavoro muscolare e dell’insulina. L’attività fisica raccomandata ai pazienti diabetici è sempre di tipo aerobico. In assenza di complicanze, è utile e raccomandabile l’affiancamento di un programma di allenamento contro resistenza (utilizzando per esempio pesi con carichi leggeri).

L’Allenamento

L’organizzazione di una seduta di allenamento tipo prevede in generale:

1. una fase di riscaldamento: 5-10 minuti di attività aerobica a bassa intensità. Serve a preparare il cuore, l’apparato muscolo scheletrico ed i polmoni ad un progressivo incremento dell’esercizio. A seguire, andranno effettuati altri 5-10 minuti di stretching muscolare dolce.

2. una fase centrale caratterizzata dall’attività fisica programmata: circa 40 minuti di camminata veloce/corsetta leggera ad una frequenza cardiaca che segua questa semplice espressine  matematica: ((220 – l’età espressa in anni) : 100) x 70

3. defaticamento al termine della seduta: 5-10 minuti di camminata sempre più lenta fino a fermarsi per riportare gradualmente la frequenza cardiaca a livelli basali e fare stretching degli arti inferiori (allungamento muscolare).

Le Precauzioni

Prima di iniziare un’attività fisica in maniera continuativa è opportuno valutare alcuni parametri e prendere alcune precauzioni:

  • innanzitutto, capire se cuore, reni, fegato ed i capillari venosi del microcircolo funzionino bene. Ciò avvalendosi delle competenze del proprio medico di famiglia o di un diabetologo che prescriverà le opportune analisi del sangue e del cardiologo o medico dello sport attraverso un test da sforzo massimale al cicloergometro;
  • poi valutare se la terapia orale e/o insulinica sia adeguata all’attività sportiva che si andrà ad effettuare: sarà sempre il medico di famiglia o il diabetologo a valutare se il dosaggio dei farmaci che si assumono vanno aggiustati in base all’attività fisica che si svolgerà, il motto è: “mai di testa propria!”

Inoltre, è necessario aver presente come l’esercizio fisico aumenti l’azione dell’insulina per diverse ore dopo l’esercizio, con conseguente rischio prolungato di ipoglicemia, e come l’assorbimento sottocutaneo di insulina possa essere aumentato dall’esercizio se l’iniezione avviene in una zona coinvolta dall’attività muscolare. Infine, il rischio di ipoglicemia è più alto quando l’esercizio è praticato nel periodo dopo i pasti. Pertanto:

  • monitorare sempre, prima e dopo l’allenamento, la glicemia attraverso gli stick rapidi.
  • è buona norma effettuare le sedute di allenamento lontano dai pasti quando i livelli di insulina sono bassi;
  • se possibile programmare l’attività fisica lontano dalle iniezioni di insulina;
  • evitare l’esercizio fisico durante il picco di azione dell’insulina;
  • ridurre la dose di insulina quando l’esercizio fisico è programmato, e sotto controllo medico;
  • somministrare insulina in aeree non coinvolte dall’attività muscolare;
  • può essere utile disporre di cibi contenenti carboidrati a basso, medio ed alto indice glicemico (barrette energetiche) durante e dopo l’esercizio;

Si deve inoltre tener presente come il diabete produca un cattivo funzionamento del microcircolo soprattutto a livello degli arti inferiori, quindi:

  • utilizzare scarpe da ginnastica e calze sportive in cotone per tenere il piede asciutto e minimizzare i traumi;
  • idratarsi bene prima dell’esercizio, durante e dopo;
  • portare con se durante gli allenamenti documenti ed elenco delle patologie di cui si è affetti.

I Vantaggi

Tenute presenti le avvertenze e le precauzioni di cui sopra, un esercizio di intensità medio bassa per 3-4 volte alla settimana per almeno 30-60 minuti, porta al miglioramento generale dei parametri di controllo metabolico, ovvero:

  • aumento della sensibilità all’insulina;
  • prevenzione delle malattie cardiovascolari;
  • riduce i livelli di trigliceridi VLDL;
  • aumenta il colesterolo HDL;
  • riduce il colesterolo LDL;
  • riduce i livelli di pressione arteriosa in modo rilevante nei pazienti con iperinsulinemia;
  • favorisce la perdita di peso;

In conclusione, prima di cominciare la vostra nuova vita sportiva, parlate con il vostro medico, e ……  correte per seminare il diabete!!!

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emanuelegraziani@laboratorionomentano.it'

Emanuele Graziani

Il Dottor Emanuele Graziani è laureato in medicina e chirurgia e specializzato in medicina dello sport, ha conseguito un master in “agopuntura e moxibustione”. Fa parte dell’Equipe Medica della Federazione Italiana Scherma e collabora in progetti che vedono le attività sportive condotte in ambienti climatici particolari.