Fertilità

Fertilità e Tumori: come difendere la propria fertilità?

Fertilità e Tumori hanno relazioni significative tra di essi. Ogni giorno, in Italia si registrano 30 nuovi casi di tumori in persone di età inferiore ai 40 anni. Evidentemente, anche se escludiamo i casi di tumore in età pediatrica, in un numero considerevole di casi si tratta di persone in età fertile le quali, dunque, potrebbero avere il desiderio di fare un figlio.

Come difendere la propria fertilità in caso di tumore ?

Di conseguenza, nell’affrontare la malattia, sarà necessario anche mettere in atto quelle azioni che possano assicurare, una volta sconfitto il tumore, la possibilità del concepimento. Sarà dunque necessario, da un lato, essere informati su quali complicanze possano derivare a danno della fertilità dalla patologia tumorale ed anche dalla su terapia e, dall’altro, individuare le strategie conseguenti per salvaguardare la propria capacità riproduttiva.

E’ a questo proposito necessario che il paziente sia seguito da un team multidisciplinare che tratti oltre alla patologia tumorale specifica anche altri aspetti quale quello della preservazione della fertilità. A questo proposito, è ormai assodato attraverso studi scientifici come poter avere l’opportunità di preservare la propria fertilità prima di affrontare un percorso terapeutico oncologico ha un effetto molto positivo per il benessere psicofisico del paziente.

Fertilità e Tumori: le strategie di difesa

Per quanto attiene le strategie di difesa della fertilità da attuare in questi casi, esse possono essere così sintetizzate.

Per quanto riguarda l’uomo, prima di affrontare la terapia oncologica, è opportuno procedere a depositare uno o più campioni di liquido seminale per essere crioconservati a proprio beneficio futuro. La crioconservazione del liquido seminale, laddove il liquido stesso sia di buona qualità, può garantire la conservazione dello stesso per un orizzonte temporale di quindici – venti anni.

Per la donna, l’intervento consiste nel crioconservare i propri ovociti se la paziente è già in coppia preservare eventualemnte degli embrioni già formati o preservare dei campioni di tessuto ovarico.

Nei pazienti che abbiano superato il problema oncologico, si è ormai constatato su ampi numeri, e quindi con rilevanza statistica, che non esistono rischi specifici nel concepimento post terapia oncologica. Ovvero, non è presente né un accrescimento della probabilità di anomalie congenite nella prole né sussistono rischi di trasmettere geneticamente ai figli la patologia tumorale. Inoltre, nelle donne che abbiano avuto tumori genitali, ovvero mammario o ovarico,  non c’è un peggioramento della propria patologia tumorale a seguito della gravidanza, laddove la gravidanza stessa avvenga dopo che la patologia tumorale possa dirsi totalmente superata. Ovvero la gravidanza successiva non peggiora la diagnosi di guarigione dal tumore.

Potrebbero anche interessarti gli articoli:

ed il VIDEO “Infertilità e Tumori – Dr.ssa Manuela Steffè”

Share Button
manuelasteffe@laboratorionomentano.it'

Manuela Steffe

Medico, specialista in Ostetricia e Ginecologia, da venti anni svolge la sua attività principale nell’ambito dell’infertilità, della diagnosi alle terapie di 1° e di 2° livello. Co-autrice di 27 lavori originali pubblicati su riviste nazionali ed internazionali. Ha partecipato, quale relatrice, ad 11 congressi presentando lavori originali, tutti di interesse osterico- ginecologico.

Un pensiero su “Fertilità e Tumori: come difendere la propria fertilità?

I commenti sono chiusi.