Bambini

Figli di fumatori: cresce il rischio cardiovascolare

I figli dei fumatori presentano un aumentato rischio cardiovascolare. Lo afferma uno studio italiano pubblicato su Thorax* (una delle principali riviste di medicina respiratoria), condotto dai Dipartimenti di Medicina interna e di Pediatria e Neuropsichiatria della Università di Roma La Sapienza e presentato al Congresso 2018 della Società Italiana di Allergologia e Immunologia Pediatrica (SIAIP).

Il fumo di terza mano

Non basta fumare sul terrazzo o areare gli ambienti per proteggerli. A essere incriminato infatti non è solo il fumo passivo, ma anche quello cosiddetto di “terza mano”. Ossia quello originato dai prodotti di combustione sprigionati dalla sigaretta che si deposita sui vestiti, sulle pareti, sui mobili, sugli oggetti e che, a contatto con i gas dell’aria, sprigiona sostanze tossiche che rimangono negli ambienti anche per mesi. Sostanze che vengono inalate o assorbite dall’organismo anche semplicemente attraverso il contatto con la pelle.

Stiamo parlando di effetti a lungo termine – precisa il professore Lorenzo Loffredo, del Dipartimento di Medicina Interna alla “Sapienza” e primo autore dello studio –   avere un rischio cardiovascolare aumentato non vuol dire che il figlio di fumatori rischia un infarto, ma che potrebbe avere un rischio aumentato di eventi cardiovascolari in età adulta”.

Lo Stress Ossidativo alla base del rischio cardiovascolare

Ma in che modo lo studio ha indagato il rischio cardiovascolare nei bambini? Osservando un aumento dello stress ossidativo e la presenza di disfunzione endoteliale*, due condizioni fisiopatologiche che favoriscono la genesi della placca aterosclerotica e di conseguenza aumentano il rischio di complicanze cardiovascolari.

Questo gruppo di ricercatori della Sapienza aveva evidenziato in precedenza che negli adulti il fumo di sigaretta aumenta lo stress ossidativo, attivando un enzima (NADPH ossidasi) e diminuendo la biodisponibilità di ossido nitrico, che ha una funzione dilatatoria e antiossidante, quindi protegge da aterosclerosi e rischio cardiovascolari.

Lo studio italiano – spiega Anna Maria Zicari, docente di Pediatria presso l’Università “Sapienza” di Roma – ha valutato la produzione di ossido nitrico in un gruppo di bambini figli di fumatori e in un gruppo di controllo. I figli di fumatori hanno dimostrato di avere una minore produzione di ossido nitrico e più stress ossidativo rispetto ai figli di non fumatori con conseguente alterazione della dilatazione arteriosa”.

L’automobile è il luogo più a rischio

Malgrado leggi che hanno proibito il fumo nei locali pubblici, esistono ancora ambienti in cui fuma, come l’abitazione o l’automobile, luogo particolarmente a rischio.

Studi recenti hanno dimostrato che (a causa della limitatezza dello spazio) le concentrazioni tossiche in automobile possono essere più di venti volte superiori a quelle osservate nell’ambiente domestico – spiega ancora Lorenzo Loffredo – ciononostante il 65% dei fumatori italiani ha dichiarato in un recente studio* di fumare in auto regolarmente; e purtroppo esiste ancora una percentuale di fumatori, pari al 21%, che fuma in auto in presenza dei bambini. La convinzione che abbassare i finestrini serva a evitare rischi cardiovascolari e respiratori si è dimostrata del tutto errata”.

Un danno silente che si renderà evidente quando saranno grandi

La grande importanza di questo nostro studio – spiega la Presidente SIAIP Marzia Duse – è di aver messo in evidenza una condizione altamente predisponente allo sviluppo di disturbi cardiovascolari e di averne documentato lo stretto collegamento con l’esposizione a fumo passivo o di terza mano”.

* Thorax Online First, published on February 15, 2018 as 10.1136/thoraxjnl-2017-211293

*alterazione della parete del vaso sanguigno

*Martinez -Sanchez JM, Gallus S, Lugo A, et al. Smoking while Driving and pubblic support for car smoking bans in Italy. mTobacco control. 2014; 23:238-43.

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