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Ipertensione: iniziamo dallo stile di vita

Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, l’ipertensione arteriosa costituisce il primo fattore di rischio di mortalità: infatti causa il 62% degli ictus ed il 49% degli infarti. La pressione arteriosa ottimale è entro i 120/80; tra 120/80 e 139/89 si parla di pre-ipertensione; la patologia vera e propria è identificata da valori superiori a 140/90 mmHg. L’aumento di 20 mmHg e di 10 mmHg (millimetri di mercurio) nei valori della pressione rispettivamente sistolica (massima) e distolica (minima) raddoppia il rischio cardiovascolare e cerebrovascolare: fino ai 50 anni circa l’aumento della pressione minima causa danni maggiori rispetto alla massima; dopo i 50 questo rapporto si inverte.

Nonostante questi dati, circa il 30% degli adulti non è consapevole di essere affetto da ipertensione arteriosa ed un numero elevato di pazienti non riesce a controllare i valori della pressione di solito per una scarsa osservanza delle cure e delle regole dietetiche.

Ipertensione: la diagnosi

La diagnosi si effettua con una semplice misurazione a riposo della pressione arteriosa. In caso di dubbio, può essere sufficiente il monitoraggio dei valori pressori per un breve periodo. In genere, gli sfigmomanometri automatici, purché a bracciale, sono attendibili. Il cosiddetto “holter pressorio” può alle volte essere necessario per giungere alla diagnosi ed è in genere utile per la valutazione dell’efficacia della terapia.

Una volta effettuata la diagnosi, bisogna valutare periodicamente l’efficacia della cura, gli eventuali danni prodotti dalla malattia e, nel caso di difficoltà a controllare i valori pressori, l’esistenza di altre patologie concomitanti causa dell’ipertensione. A tale scopo il controllo cardiologico, gli esami del sangue per la valutazione della funzionalità dei reni e di altri fattori di rischio cardiovascolare (colesterolo, trigliceridi, glicemia), l’ecocardiogamma, l’esame del fondo dell’occhio ed il test da sforzo consentono di definire la gravità della malattia e la terapia più adeguata.

Ipertensione: conta lo stile di vita

Il primo passo di qualsiasi cura per l’ipertensione arteriosa resta il cambiamento dello stile di vita: riduzione drastica del sale negli alimenti, moderata attività fisica quotidiana, riduzione del peso corporeo, limitazione negli alcolici. Queste misure, purché adottate con costanza, determinano da sole la riduzione di circa 5-10 mmHg di pressione e, pertanto, procrastinano l’inizio della terapia farmacologia o ne riducono le dose.

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francescoruggiero@laboratorionomentano.it'

Francesco Ruggiero

ll Dott. Francesco Ruggiero si laurea con lode in Medicina e Chirurgia presso la Seconda Università di Napoli nel 1996. Nel 1997 consegue la specializzazione in Cardiologia presso l’Università di Tor Vergata. Dal 1999 è Ufficiale Medico dell’Esercito ed attualmente in servizio presso l’Unità di Terapia Intensiva Coronarica del Policlinico Militare “Celio” di Roma. Svolge inoltre la sua attività professionale presso diversi poliambulatori e case di cura romani. Dal 1996 è iscritto all’Ordine Nazionale dei Giornalisti Pubblicisti.