Diabete

Ipoglicemia : come comportarsi ?

L’ ipoglicemia è una riduzione dei livelli di glucosio (zucchero) nel sangue al di sotto dei valori di normalità solitamente accompagnata da sintomi caratteristici che regrediscono con il ripristino dei normali livelli di zuccheri nel sangue.

Come si diagnostica l’ ipoglicemia ?

La diagnosi clinica di ipoglicemia è basata sulla cosiddetta triade di Whipple:

  1. presenza di sintomi compatibili con ipoglicemia;
  2. valori bassi di glucosio plasmatico;
  3. scomparsa dei sintomi con il ripristino di normali valori di glicemia dopo assunzione di glucosio.

In realtà non esiste accordo generale tra le comunità scientifiche sui livelli soglia plasmatici da adottare per la definizione di ipoglicemia, che vengono riportati per valori compresi tra i 45 e i 75 mg/dl (da2.5 a4.2 mmol/l) .

Tale discordanza deriva dal fatto che la comparsa del quadro clinico di ipoglicemia è condizionata da tre variabili:

  1. la risposta dell’organismo al digiuno;
  2. la soglia di comparsa dei sintomi da carenza di zuccheri nel sangue;
  3. la soglia di attivazione dei meccanismi di compenso (la cosiddetta risposta controregolatoria)

Infatti, in soggetti abituati a mantenere livelli glicemici piuttosto elevati come avviene nel diabete scompensato, anche valori di glicemia superiori a 60 mg/dl possono associarsi alla comparsa dei sintomi. Al contrario, quando si ha un controllo glicemico buono, con valori vicini alla normalità, i sintomi dell’ ipoglicemia possono non essere presenti anche se la glicemia scende al di sotto di 60 mg/dl.

Ipoglicemia: le cause 

Le cause dell’ipoglicemia  possono essere diverse:

  • attività fisica eccessiva (non programmata o più prolungata del solito)
  • alimentare (orario ritardato dei pasti o pasto non sufficiente)
  • da farmaci (sovradosaggio di ipoglicemizzanti o assunzione di altri farmaci)
  • assunzione eccessiva di alcool
  • insulinoma
  • insufficienza cardiaca, renale, epatica
  • gravi infezioni
  • deficit ormonali
  • reattiva: (ad es in soggetti sottoposti a chirurgia per obesità patologica)

Sintomi dell’ ipoglicemia

I segni ed i sintomi dell’ ipoglicemia possono variare per intensità e tipologia e sono dovuti alla carenza nelle cellule nervose di glucosio.

Possono essere suddivisi in autonomici e neuroglicopenici: i primi sono dovuti all’attivazione del sistema nervoso autonomo con conseguente rilascio di adrenalina e provocano sensazione di fame, sudorazione, ansia, formicolii alle estremità, alterazioni del ritmo cardiaco (palpitazioni, tachicardia), tremore, pallore cutaneo, aumento della pressione arteriosa.

I sintomi e segni neuroglicopenici, invece, sono l’espressione diretta della carenza di glucosio a livello del sistema nervoso centrale e si manifestano con: debolezza e facile faticabilità, vertigini, cefalea, difficoltà di concentrazione fino alla confusione, nervosismo, irritabilita’,visione offuscata, ipotermia, convulsioni, deficit neurologici fino al coma nei casi più gravi.

Quando l’ ipoglicemia è lieve il paziente manifesta i sintomi autonomici che regrediscono completamente e velocemente dopo l’assunzione di carboidrati a rapido assorbimento (zuccheri).

Se l’ ipoglicemia è moderata, ai sintomi descritti precedentemente possono associarsi quelli dovuti ad un insufficiente apporto di glucosio al cervello, ed in questo caso il paziente dovrebbe essere ancora in grado di correggere la sua ipoglicemia da solo, assumendo zucchero, ma potrebbe aver bisogno dell’aiuto di un’altra persona.

Se l’ ipoglicemia diviene severa perché i livelli glicemici continuano a scendere, il paziente potrebbe perdere coscienza, avere convulsioni o cadere in coma. In questi casi non sarà in grado di intervenire autonomamente e un’adeguata assistenza sarà necessaria. Questo è quello che succede a volte nei pazienti diabetici che assumono la terapia insulinica o farmaci ipoglicemizzanti non di ultima generazione che poi non si alimentato in modo adeguato.

Infatti in questi pazienti circa la metà delle ipoglicemie si verifica proprio nelle ore notturne o nelle prime ore del mattino perché il fabbisogno di insulina si riduce rispetto al resto della giornata. Il rischio maggiore è compreso tra la 1 e le 4 del mattino. Incubi, difficoltà al risveglio, stanchezza mattutina e mal di testa sono molto frequenti quando si è in presenza di ipoglicemia notturna. È pertanto utile uno stretto monitoraggio dei valori glicemici, controllare la glicemia prima di andare a letto e, in caso di valori minori di 100 mg/dl, l’assunzione di alcuni carboidrati (es. uno spuntino a base di frutta) può aiutare ad evitare l’ ipoglicemia notturna. Sarà poi lo specialista diabetologo a valutare le modifiche terapeutiche in base ai valori glicemici riscontrati.

Una segnalazione a parte meritano le forme di ipoglicemie definite reattive, più frequenti nelle donne, in cui si riscontrano valori glicemici bassi in conseguenza di un eccessiva produzione di insulina dopo assunzione di un pasto ricco di zuccheri semplici. In questo caso lo specialista endocrinologo, dopo aver escluso cause più gravi di eccesso insulinico (come i tumori pancreatici), consiglierà al paziente di seguire, anche con l’ausilio di un nutrizionista, un regime alimentare appropriato in cui vengano privilegiati gli zuccheri complessi e le fibre (che ne favoriscono un ritardato assorbimento) ed in cui i pasti vengano frazionati nel corso della giornata.

Come intervenire in caso di ipoglicemia

Il trattamento dell’ ipoglicemia è relativamente semplice. In generale si possono verificare due situazioni:

• Individuo ancora coscienteil trattamento dell’ ipoglicemia consiste nella cosiddetta regola del 15: somministrare zucchero ad assorbimento rapido 15 gr ( 3 zollette di zucchero da 5 gr oppure ½ bicchiere succo di frutta o bevanda zuccherata, 5-6 caramelle oppure o un cucchiaio grande di zucchero o miele) + riposo, se dopo 15 min la glicemia non si è alzata( oltre 70 mg/dl) altra dose di 15 g zuccheri sino a che la glicemia non risulti superiore a 100 mg/dl + dopo 15 min assunzione di zucchero ad assorbimento lento (pane, fette biscottate,ecc per evitare che la glicemia torni a scendere). Deve poi seguire una misurazione glicemica per controllare il ritorno a valori normali.

• Individuo incosciente: non somministrare bevande zuccherate per evitare l’ingestione di liquidi o solidi nelle vie aeree e quindi soffocamento. Se disponibile intervenire con fiala di glucagone ( disponibile in kit), un ormone in grado di far aumentare la glicemia nell’arco di pochi minuti. Nel momento in cui il paziente riacquista conoscenza, può essere somministrato glucosio (o zucchero) per via orale. Nei casi più gravi di ipoglicemia far intervenire 118.

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annoscia@laboratorionomentano.it'

Claudia Annoscia

La Dr.ssa Claudia Annoscia si è laureata in Medicina e Chirurgia presso l’Università degli Studi di Roma “La Sapienza” con il massimo dei voti e nel medesimo ateneo ha conseguito la specializzazione in Endocrinologia e Malattie del Ricambio presentando una tesi sperimentale dal titolo “Obesità ed Osteoporosi: Quale Relazione?”. Ha successivamente conseguito un Master in Prevenzione e Assistenza al Sovrappeso, Obesità e Disturbi dell’Alimentazione. Ha collaborato con la Cattedra di Endocrinologia e Medicina Interna dell’Università di Roma “La Sapienza“ presso il Policlinico Umberto I ed altre strutture della Capitale. Attualmente svolge la sua attività professionale presso il Centro disturbi del comportamento alimentare ”Villa Pia” – Italian Hospital Group – di Guidonia e nell’ambito della Branca di Endocrinologia dello Studio Medico Polispecialistico Cappuccini di Monterotondo.