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Alternanza Scuola-Lavoro: la sfida del saper essere e del saper fare

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Sebbene non sia stato personalmente protagonista dell’alternanza scuola-lavoro ne ho seguito l’introduzione e la partenza nel mio Liceo, il Righi di Roma. Infatti, è ormai da tre anni a questa parte che ci impegniamo affinché gli studenti vivano attivamente la loro scuola, affinché il liceo sia loro non in senso “possessivo” ma quasi “emotivo”, che sia in poche parole una seconda casa dove studiare, crescere, incontrare ed incontrarsi. Il nostro modello di scuola non è una scuola che parli con gli studenti, ma istauri con tutta la comunità un dialogo.

Per tre anni mi sono sentito dire dai miei compagni che la scuola italiana è noiosa. Il fatto non è che la scuola italiana debba diventare divertente, ma, bensì, credo che essa debba diventare interessante, parola che in latino significa essere in mezzo. Vuol dire che i ragazzi devono diventare i protagonisti di un percorso di cultura ma anche di emozioni.

Non vi dirò che l’alternanza scuola-lavoro è la soluzione alla disoccupazione giovanile, non vi elencherò né dati né ricerche. Vi voglio invece raccontare una piccola nostra storia del Liceo Righi.

La Cogestione 2015 al Righi

A Febbraio del 2015 abbiamo organizzato tre giorni di cogestione, con oltre 450 sessioni di corsi, tenuti da studenti, professori, 64 personalità esterne e 40 genitori. Abbiamo voluto improntare questa tre giorni sulla creatività e la punta di lorenzo sciarretta alternanza scuola lavorodiamante era il laboratorio di start-up un piccolo acceleratore di impresa i cui mentori erano ex-alunni.

180 studenti protagonisti che hanno creato 12 idee di impresa ed una di queste è stata premiata e finanziata dal Presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti. A 18 anni, da un giorno all’altro – quasi per gioco –  questi ragazzi si sono visti realizzare il proprio sogno grazie alla loro scuola.

Dopo questi 3 giorni i professori ci sono venuti a dire “i ragazzi, ora si annoiano”: quasi a darci la colpa, quasi ad addossarci il più grande problema della scuola italiana che è l’errore. Noi ragazzi siamo terrorizzati di sbagliare. Viviamo in un sistema d’istruzione dove gli errori sono la cosa più grave che puoi fare.

In un compito in classe vediamo solo correzioni in rosso, non sottolineature in verde per sottolineare le belle idee. E il risultato è che questo sistema sta educando le persone escludendole dalla loro capacità creativa.

Alternanza Scuola Lavoro: crearsi da soli le proprie competenze

Da qui ho capito quanto l’alternanza scuola-lavora possa essere importante nei Licei tradizionali. Qui il mondo del lavoro è almeno 3 anni lontano, lo si inizierà a vivere dopo l’Università. Qui l’alternanza non è vero che ti trasferisce capacità lavorative, qui l’alternanza non ti forma ad un lavoro: qui l’alternanza fa qualcosa di diverso, forse di ancora più importante.

Se ci pensate, i bambini che cominciano ad andare a scuola quest’anno andranno in pensione nel 2075. Nessuno di noi ha la più pallida idea neanche di come sarà il mondo tra cinque anni. Eppure abbiamo il compito di preparare i nostri ragazzi per questo, per un mondo che non conosciamo.

L’esperienza dell’alternanza, della vera alternanza quella in azienda, crea negli studenti la capacità di crearsi le da soli le proprie competenze. Dopo aver studiato per 12 anni operazioni matematiche, autori, regole grammaticali, opere artistiche, essere inseriti in un contesto aziendale assume, e può far solo quello, l’identità di una sfida. Misurarsi in un contesto non conosciuto, con meccanismi e regole da intuire rappresenta un forte stimolo a sperimentarsi, a migliorarsi e ad osare.

La nostra vita da oggi al 2075 sarà una sfida continua ed imparare a sfidarsi e a mettersi in gioco diventa sempre più fondamentale. L’alternanza scuola-lavoro rappresenta 200 ore in cui giocarsi la propria start-up per unire il sapere al saper essere ed al saper fare. Quello che dovrebbe fare, ma purtroppo non fa, tutti i giorni la scuola italiana.

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Lorenzo Sciarretta

Parto dai difetti. Non riesco a star seduto e fermo, devo muovermi sempre per imparare facendo. Non mi piace star ad ascoltare, devo sempre dire la mia. Ma fortunatamente sono sopravvissuto per 18 anni. Da tre anni sono Rappresentante d’Istituto del Liceo A. Righi di Roma, dove porto avanti progetti per innovare e far vivere attivamente agli studenti la loro scuola. Da poco sono Consigliere del Consiglio dei Giovani della Città Metropolitana di Roma, e così, tra una cosa e l’altra, finisco sempre per discutere di scuola. Un signore un giorno mi disse “Quando arriverai alla mia età, capirai”. Mi dovrei preparare al peggio? Non ce la faccio, voglio intraprendere al meglio.

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