Stomaco ed Intestino

Trapianto di flora intestinale vincente contro il Clostridium difficile

Il “trapianto” di flora intestinale (o microbiota intestinale) da un individuo sano ad uno malato è importante ed efficace per il trattamento dell’infezione da Clostridium difficile (infezione che può dare ricadute ed essere ingestibile con gli antibiotici a causa delle resistenze ai farmaci). In pratica, si tratta di reintrodurre nel paziente la normale flora microbica intestinale capace di neutralizzare e contrastare il batterio.

Il trapianto di microbiota intestinale (conosciuto anche come “trapianto fecale”) da donatore sano si sta rapidamente diffondendo nella pratica clinica in tutto il mondo – afferma il Prof. Giovanni Cammarota, associato di Gastroenterologia presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore, Fondazione Policlinico Agostino Gemelli di Roma – e oltre che per il trattamento dell’infezione da Clostridium difficile si pensa possa avere un ruolo anche nella gestione terapeutica di altre patologie possibilmente associate con l’alterazione della flora batterica intestinale, per esempio le malattie infiammatorie intestinali, il colon irritabile, alcuni disturbi metabolici o addirittura neurologici (come l’autismo)”.

È quanto emerge dai lavori di una consensus conference europea, pubblicati sulla rivista Gut. Tale opzione terapeutica andrebbe dunque implementata e resa disponibile, ma barriere istituzionali relative soprattutto all’assenza di una regolamentazione appropriata ne impediscono l’adozione nella pratica clinica.

Trapianto di Flora Intestinale

L’infezione da Clostridium difficile è la causa più importante di diarrea acquisita durante le degenze ospedaliere ed è generalmente una conseguenza delle terapie antibiotiche – afferma il Prof. Antonio Gasbarrini, ordinario di Gastroenterologia presso l’Università Cattolica, Direttore dell’Area di Gastroenterologia del Policlinico A. Gemelli – gli individui anziani sono particolarmente esposti al problema, divenuto più frequente negli ultimi anni, più refrattario al trattamento antibiotico convenzionale e con una maggiore tendenza a ricadute, contro cui oggi non ci sono cure particolarmente efficaci”.

Attualmente, la procedura viene effettuata in molti paesi europei. In Italia però solo pochi ospedali sono in grado di offrire questa chance terapeutica e il Policlinico Gemelli è un punto di riferimento nazionale sia per il trattamento dei pazienti sia per il training alla procedura dei medici specialisti

I risultati aggiornati a oggi sulla sicurezza e sull’efficacia ottenuti nei pazienti affetti da infezione ricorrente da Clostridium difficile e sottoposti a trapianto di microbiota presso il Policlinico Gemelli – continua Cammarota – dimostrano che nel 94% dei riceventi si è avuta la risoluzione dell’infezione, con nessuna reazione avversa significativa”.

Dai lavori della consensus emerge come il trapianto di microbiota intestinale sia un’opzione terapeutica fortemente raccomandata dagli esperti per il trattamento dell’infezione da Clostridium difficile che non risponde alle terapie antibiotiche o che ricorre dopo il trattamento.

Lo studio fornisce inoltre una serie di raccomandazioni volte a facilitare l’inserimento di tale procedura terapeutica ancora non convenzionale nel governo clinico, ovvero a facilitare l’indispensabile assemblaggio di competenze specialistiche differenti (gastroenterologiche, microbiologiche, infettivologiche) al fine di costituire un team di esperti capace di erogare la prestazione.

Microbiota Intestinale

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