Il Castello di Castiglione a Palombara Sabina

Se vi trovate a Palombara Sabina in una bella giornata con un’ora libera o se, viceversa, avete deciso di visitare il suo centro storico ed il suo castello, non mancate di fare una passeggiata fino a Castiglione, cioè fino alle rovine di quella rocca che un tempo era dirimpettaia del Castello di Palombara.
Panorama magnifico
Il primo motivo per dare retta a questo consiglio è perché da lì si ha una vista magnifica di Palombara e giù giù verso la Valle del Tevere con il Monte Soratte. Alle spalle, invece, potrete quasi toccare il Monte Gennaro e la vallata ai suoi piedi. Credo che lo scenario di cui si gode da Castiglione renda meglio di qualunque altro quanto Franco Pompili, nella sua opera “Palombara Sabina nel Medioevo”, racconta del paesaggio medievale intorno a Palombara: “Il paesaggio circostante è un’immensa selva ondulata, ove emergono qua e là cinte fortificate e torri. A due chilometri più a sud si scorge il castrum montis Viridis, sempre a sud, nascosto in una conca il castrum Marcellini poi, girando lo sguardo a sud ovest il castrum Monticelli … un po’ più ad ovest Sant’Angelo in Monte Patulo, ad ovest a quattro chilometri in linea d’aria il castrum Deodati, a nord il castrum Statiani e il castrum Moreconis ed infine per chiudere il cerchio ad est, il castrum Castilionis”.
Percorso d’Arte a Castiglione
Il secondo motivo è perché, lungo la salita, potrete ammirare le dodici opere in travertino, realizzate in loco e donate alla Sabina, che costituiscono il “Percorso d’Arte a Castiglione” (click per leggere l’articolo). Il terzo, è perché si tratta di un itinerario veramente agevole da percorrere: uscendo da Palombara imboccate la strada per Moricone e, passate le ultime case, vi troverete subito a destra Via di Castiglione. La percorrete in macchina fino al tornante da cui inizia la Strada di Casoli e lasciate lì la vettura. Andando piano, in mezz’ora sarete al castello e avrete anche avuto modo di godervi il Percorso d’Arte.
Come detto, la vista dalla rocca è formidabile ed i suoi resti sono in se uno spettacolo così “drammatico” (come direbbero gli anglosassoni) da suscitare in voi parecchi sentimenti. In più, le mura e gli edifici ancora presenti sono più che sufficienti per darvi una percezione di come doveva essere la fortificazione quando era ancora in piedi.
Castiglione di Palombara: la storia
Di Castiglione sappiamo molto poco, ma quel poco lo sintetizza assai bene, anche in questo caso, Franco Pompili. Con tutta probabilità, infatti, l’origine del castrum è molto remota: potrebbe essere stato costruito fra l’870 ed il 920 dai saraceni i quali, posizionatisi nella zona di Palombara, avrebbero trovato parecchio materiale di recupero romano per agevolare la costruzione.
Del resto, il materiale da costruzione non doveva mancare: l’antica città sabina di Cameria si tramanda fosse proprio sul colle dove oggi troviamo i resti di Castiglione.
Usciti di scena i saraceni, il fenomeno dell’incastellamento avrebbe interessato anche Castiglione. Così, il castrum sarebbe divenuto rifugio degli abitanti del contado, similmente a Palombara. La storia delle due rocche procede poi per qualche secolo parallela, prima nelle mani degli Ottaviani e poi dei Savelli. Castiglione, però, non sopravive a lungo: nel 1343 il Registrum Iurisdictionis Episcopatus Sabinensis lo definisce “dirutum”. Probabilmente, le cause non vanno ricercate in eventi bellici ma, più semplicemente, nello sviluppo di Palombara che avrebbe finito per attrarre la popolazione di Castiglione.
I resti del castello sono particolarmente emozionanti: troverete infatti due cinte di mura con evidentissimi i resti di numerose torri, diciassette, per la precisione, nella cinta esterna e sette in quella interna. Una torre più alta, come un mastio, poteva essere collocata al di sopra della cisterna. Quest’ultima, che alcuni ritengono romana e datano al II secolo d.C. (come romani sono anche alcuni tratti di mura), è ancora intatta ed è dotata di due aperture. La prima nel pavimento di quello che doveva essere il mastio serviva agli usi del castellano mentre la seconda, una “porticina” esterna al mastio fungeva da accesso per gli abitanti. Nel castrum era anche presente una chiesa.
Un’ultima notazione relativa alle presenze antiche (romane ?) nell’area, quando salite per la Strada dei Casoni guardate alle spalle della statua n. 7, nella macchia: vedrete un muro a grandi massi squadrati … molto sospetto !