Monday, Mar. 27, 2023

Corese Terra: storia e visita

Pubblicato da :

|

November 4, 2018

|

in:

Corese Terra: storia e visita

Dopo la rovina di Cures avvenuta per mano di Agilolfo re dei Longobardi (sec. VI) o piuttosto, come affermano altri scrittori, dai Goti di Totila (sec. V), è noto che “i pochi abitanti superstiti si ricoverarono come meglio poterono, nelle terre vicine meno accessibili ai barbari ed è così che poco a poco si formarono casali ed un villaggio che ricordava il nome della città sabina, come sempre lo ricordò il rivo che ne bagnava le terre” (Filippo Mercurij, 1838).
Nel VII secolo, Correse (terra longobarda), segnò il confine tra il ducato Romano e lo Stato Longobardo di Spoleto. In questo periodo, per maggior difesa e protezione i superstiti avviarono la costruzione di vari castelli tra i quali quello dell’Arci, quello di Comunanza e quello di Correse.

Corese Terra: la storia

L’importanza di Correse come centro abitato del principio del medioevo è confermata anche dalla sua qualità di diocesi Sabina.
La prima notizia del castello quod Currense vocatur compare nel 1006, quando il conte di Sabina Ottaviano, in memoria del padre Crescenzio donò a Farfa un’area fabbricabile sita all’interno dell’insediamento.
Nel 1030 l’abate Guido comprò dalla nobilissima femmina Lavinia, la sua quota di consignoria nel castello, che fu attratto del tutto nell’orbita farfense.
Il castello fu però occupato da Rustico di Crescenzio che ne rivendicava la proprietà. Nel 1104 l’Abate Berardo si riconciliò con la famiglia di Rustico di Crescenzio concedendo dodici casali compresi nel territorio di Castrum Currisem et Castrum Bricti (Montelibretti) et Castrum Nerulae in cambio del castello di Correse. In questo periodo fu rinforzato il sistema difensivo del castello costruendo una torre, della quale Giovanni Tignoso fu nominato custode.
Il castello di Correse fu confermato all’Abazia di Farfa da Enrico V (1118) e da papa Urbano IV (1262).
Nel 1300 il papa Bonifacio VIII, dopo aver raso al suolo il castello di Comunanza, concesse il feudo di Correse e dell’Arci a Francesco Orsini conte di Nerola ed è allora che Correse decadde e prese il nome di podium ed Arci rimase un piccolo centro agricolo.
Nel secolo XVII il dominio passo dagli Orsini alla famiglia baronale dei Barberini. Nel 1811 Maffeo Sciarra Colonna, al termine di una lunga lite con lo zio Carlo Barberini, veniva in possesso del feudo di Correse. Sul finire del secolo XIX Correse passò alla famiglia Torlonia per poi divenire appodiato di Fara.

corese terra castello

Le chiese di Corese

Nel corso dei secoli Corese edificò anche varie chiese.
La più antica sicuramente è “De Rurali Ecclesia S. Blasii, qua erat antiqua parrochialis”, precedente all’anno 1000.
Carlo Bartolomeo Piazza scriveva nel 1703 «Ella è antichissima e di corso nel dì della sua festa de’ popoli circonvicini; li quali con molta pietà venerando il merito, e le memorie sagre di questo santissimo Vescovo e martire, compensano le antiche e gentilesche profanità di questo luogo». In questa chiesa, nel Secolo XVI vi si era stabilito un eremita.

Altrettanto antica e importante la “Parochialis urbana” intitolata a S. Maria. Questa chiesa, posizionata nel cuore del paese antico (intra Moenia) è stata abbandonata una volta terminata la “Novae Ecclesiae” (chiesa attuale 1700).corese terra visita storia
Inoltre nelle vicinanze del centro di Corese erano presenti altre due chiese del 1500; la chiesa “De ruralis Ecclesia Spiritus Sancti” a circa duecento passi da Corese (demolita negli anni ’60 del secolo scorso per fare l’ingresso delle attuali scuole elementari) e la chiesa “De Ruralis Ecclesia B.M.V. Angelorum” posta a trecento passi da Corese, guardando dove tramonta il sole (ancora presente e ben conservata).

Inoltre sono da ricordare altre chiese e monasteri di cui si sono perse quasi del tutto le memorie: San Pietro in Classicella, con annesso monastero femminile; San Pietro in Albiano de podio S. Petri (località Santu Pietro-maggi); Sancte Maria de Communansie; Sant’Angelus in Fundo Germaniciano; Cattedralis S. Anthimi.

Ultima chiesa di Corese Terra è la chiesa parrocchiale di Borgo Quinzio Intitolata a San’Atanasio (copatrono di Corese), costruita negli anni ’50 del Novecento per dare la possibilità alla nuova borgata quinzia di avere un luogo di culto.
Concludiamo questa breve pagina di storia lasciando parlare ancora il card. Piazza: “Essete stato questo nobile luogo di maggiore grandezza, e magnificenza di quello, che al presente si scorge, chiaramente si deduce da’ vasti auvanzi, che per li boschi , e per le selve si veggono delle sue passate antichissime, e sontuofissime fabbriche, delle quali appena uno se ne trova, che dia chiara testimonianza delle sue opulenze”.

Cosa vedere a Corese Terra

Sicuramente quello che rimane del millenario centro storico, con arco d’ingresso (una volta la porta del paese) vari palazzetti antichi e il castello di Corese. Da non perdere la visita alla chiesa parrocchiale, ricca di opere d’arte, tra affreschi, tele e opere varie, che abbracciano almeno novecento secoli di storia.
Infine la chiesa del 1500 “Santa Maria degli Angeli” (chiesa privata visitabile contattando gli attuali proprietari).
Pensabile anche poter percorrere la Via Città di Curi che immergendosi negli oliveti sabini percorre una delle vie più antiche della capitale dei sabini collegando Corese Terra al santuario Madonna dell’Arci.

Share

Condivi questo articolo:

Potrebbero anche interessarti:

Narni
Ponte Nomentano a Roma: storia e visita
Moricone – Visita e Storia

Due parole sull'autore

riggi@laboratorionomentano.it'

Oliviero Riggi

Oliviero Riggi, cultore di storia della Sabina, ha conseguito la tesi di Licenza in filosofia presso la Pontificia Università Salesiana, con una tesi dal titolo Storia e libertà nel pensiero di Luigi Pareyson, nel 1999, e ha concluso gli studi di filosofia con una tesi di dottorato dal titolo Ideoprassi cristiana per una società alternativa nel pensiero di Tommaso Demaria; implicanze filosofiche, nel 2010. Autore di diverse pubblicazioni, è attualmente impegnato nella diffusione e valorizzazione dell’olio extravergine d’oliva Sabina Dop.