Gli Etruschi: quali origini ?

Quali sono le origini degli Etruschi ? Secondo il professor Alberto Palmucci, noto etruscologo, che ha illustrato la sua tesi il 30 luglio 2016 presso l’associazione “Il Conservatorio” di Civitavecchia, esistono evidenze per sostenere un punto di vista assolutamente nuovo.
Infatti, il mistero sulla lingua, a volte erroneamente sulla scrittura, ha fatto fare ipotesi sempre diverse agli archeologi che hanno supposta autoctona questa cultura, mentre alcuni, tra i quali anche l’illustre professor Massimo Pallottino, propendevano per un arrivo sulle nostre coste dall’Oriente.
Gli Etruschi: quale origini ?
Il professor Palmucci è convinto di poter tracciare un cerchio che inizia da Corito, Tarquinia, porta in Oriente, poi torna a Corito. Gli Etruschi sarebbero quindi autoctoni, poi sarebbero partiti per l’Oriente, da dove avrebbero fatto ritorno.
Etruschi e toscani: un DNA comune ?
La scienza, esaminando il DNA, ha scoperto nei toscani delle componenti orientali, che all’inizio hanno fatto pensare a scambi commerciali, invece il rapporto deve essere stato molto più profondo come si può dedurre dal patrimonio letterario e archeologico.
Enea e gli Etruschi
Se esaminiamo quanto Virgilio afferma a proposito dello sbarco di Enea, abbiamo una testimonianza letteraria dell’arrivo sul Tirreno di uomini provenienti dalla Troade e se invece che alla foce del Tevere, Enea fosse sbarcato alla foce del Mignone, fiume che scorre nei pressi di Tarquinia? E’ facile attribuire al mecenatismo di Augusto, che voleva la celebrazione della gens Giulia, l’approdo a Roma e, contrariamente a quanto mostrano reperti archeologici, il noto autore latino avrebbe fatto scomparire la moglie di Enea, Creusa, per poter far sposare l’eroe a Lavinia di stirpe latina. Dei vasi, invece, che sono stati trovati a Tarquinia, tra cui uno del VII secolo, rappresentano l’esodo in Occidente e quindi il cavallo di Troia, le mura della città ed Enea che fugge; inoltre un uovo viene offerto a un personaggio etrusco simboleggiando una reale comunione tra Troiani ed Etruschi; un altro vaso a Tarquinia presenta Enea che tiene sulle spalle il padre Anchise paralizzato, con la moglie Creusa. In un rilievo Enea porta anche Venere, Turan in etrusco, e alle sue spalle c’è sempre la moglie, molti secoli prima che se ne occupasse Roma, come anche la perdita della sua compagna inizia ad essere divulgata solo in epoca augustea. Anche uno specchio etrusco, proveniente da Città della Pieve, tre secoli prima di Virgilio, ci presenta Enea. Costui, quindi, interessava molto più agli Etruschi prima che divenisse il vanto della gens Giulia e una ragione ci sarà.
I Micenei nel Lazio
Per quale motivo si poteva decidere di andare in Oriente? Noi sappiamo che anche i Micenei hanno lasciato con reperti di ceramica tracce della loro venuta nel territorio del Lazio settentrionale, per poi ritornare in Oriente ad incoraggiare in tempi storici i greci, che parlavano la loro stessa lingua, a venire a colonizzare l’Italia meridionale. Gli Etruschi potrebbero aver seguito il loro esempio.
Un’ipotesi suggestiva questa del professor Palmucci, sostenuta da evidenze archeologiche e letterarie, che dà importanza al nostro litorale e al ricco entroterra, dove i popoli, provenienti dall’Oriente, venivano alla ricerca di allume, di ferro e di altri minerali di grandissima utilità in quel tempo. Molti secoli dopo, all’epoca in cui dominava su queste terre lo Stato della Chiesa, in un momento di crisi economica, proprio Questo patrimonio riportò l’attenzione sulle risorse delle colline lungo il fiume Mignone.
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