Le Interviste

Intervista al sindaco di Nazzano – Carlo Cola

ConCarlo Cola, Sindaco di Nazzano, SalutePiù ha approfondito le dinamiche, particolari ed importanti, che legano i nazzanesi al loro territorio ed alle loro tradizioni caratterizzate da una vitalità rara.

Sindaco Cola, ciò che in prima battuta colpisce di Nazzano è che una comunità di 1.300 abitanti possegga la vivacità per proporre una varietà di iniziative come fate voi, tra l’altro con spesso una notevole ricerca culturale alle spalle.

E’ vero, effettivamente l’offerta culturale di Nazzano è superiore a quella che ci si aspetterebbe da una comunità delle nostre dimensioni. Credo che il segreto stia nella scelta di valorizzare il “saper fare” dei nostri concittadini realizzando una situazione in cui ognuno possa contribuire secondo le sue personali capacità ed inclinazioni. Del resto, con i chiari di luna dei bilanci comunali, è evidente come sia necessario ricorrere a risorse diverse. Noi abbiamo scelto di mettere a fattor comune interessi e capacità personali ed utilizzare il nostro centro storico, le sue piazze, i suoi palazzi, addirittura organizzando incontri culturali all’interno delle nostre abitazioni.

E ne viene fuori ogni anno un calendario di iniziative veramente affascinante.

Questo non dovrei essere io a dirlo, sarebbe come chiedere all’oste com’è il suo vino. Comunque, oggettivamente, il calendario è molto articolato. Mi faccia iniziare però con il riconoscere i meriti: in questi anni, facendo perno sul Museo del Fiume e sull’Ufficio Cultura, abbiamo costruito un’offerta culturale in grado di valorizzare il tessuto sociale cittadino e le risorse storiche, artistiche e naturalistiche di cui disponiamo. Poi, siccome, anche di pane vive l’uomo, abbiamo agganciato ogni evento culturale con una sagra, perché anche il cibo fa parte delle nostre tradizioni e poi è molto gradito. Sono nati così il Festival della Biodiversità, il concorso L’Arte del Mosaico, le mostre fotografiche ed il Festival della Letteratura “Un Fiume di Storie”. Se queste sono idee degli ultimi anni, da sempre ci sono le nostre tradizioni quali le feste di Sant’Antimo e Sant’Antonio,il CarnevaleMorto, la nostra banda musicale.

Me ne racconta una di queste idee ?

Volentieri. Le racconto una delle ultime perché è un bel esempio di come nascono le cose. Allora, deve sapere che in questi ultimi anni l’Archivio Audiovisivo “Peppe Catelli” del nostro Museo del Fiume ha raccolto oltre 20.000 foto, donate dai cittadini della nostra comunità, che documentano la vita di Nazzano da più di cent’anni a questa parte. Ovviamente, queste foto riguardano gli aspetti più vari della nostra vita e così nascono le mostre fotografiche “Vivere il Passato” dove ogni anno ha il suo tema. L’ultima è stata dedicata ai matrimoni ed abbiamo unito alla mostra una sfilata particolarissima: venticinque ragazze hanno sfilato con i vestiti da sposa delle loro mamme e nonne. Abbiamo avuto centinaia di spettatori anche perché Vivere il Passato coincide con la festa di Sant’Antimo, nostro Patrono, un momento in cui tutti tornano a Nazzano. Spero di essere riuscito a spiegare lo spirito con cui ci muoviamo.

Ci è riuscito benissimo. Possiamo dire che la forza di Nazzano sono i suoi cittadini ?

Si, possiamo proprio dire così. Anzi, mi faccia dire che la nostra forza sono anche le nostre associazioni: infatti a Nazzano operano un numero rilevante di associazioni.La Pro Locoche svolge con enorme successo un’attività durante l’intero anno,la Polisportivache vanta una squadra di calcio promossa quest’anno in seconda categoria ed anima una scuola calcio per i nostri figli e nipoti,la BandaMusicaleche, istituita alla fine del ‘700, garantisce l’educazione musicale a tanti allievi ed arricchisce con i propri servizi musicali tutte le ricorrenze più importanti del paese. L’Associazione Euterpe che organizza concerti di musica classica e che ha, al suo interno, una sezione di musica popolare con il gruppo “Organetti del Soratte”. Poi abbiamo “Il Sapere delle Mani”, un’associazione di artigiani dedita anche alla didattica che organizza da tre anni un importante concorso di artigianato artistico, il Coro Emmanuel che collabora spesso con la banda, l’Isola che c’è – onlus che svolge attività umanitaria in Guinea Bissau, i Volontari di protezione civile e l’Associazione dei cacciatori che da due anni organizza una delle più belle feste. Ci sono poi le Confraternite e gruppi religiosi,la Confraternitadi Sant’Antimo, nostro Patrono, quella di Sant’Antonio Abate e le Sorelle della Madonna Addolorata.  Tutti protagonisti di feste e processioni che fanno parte della storia del paese. Infine il numeroso gruppo scout.

Parlando di storia, mi viene in mente che avete un archivio storico particolarmente ricco.

Si, diciamo che in questo caso la fortuna ci ha favorito. Al momento dell’Unità d’Italia, per qualche motivo, i fondi notarili di Civitella S. Paolo, di Capena e di Nazzano sono stati concentrati qui da noi. Si tratta di documenti che partono dal ‘500, consultabili ed in parte restaurati. L’Archivio è ospitato nella Biblioteca Comunale ed è stato inventariato con il supporto del Centro di Ricerche perla Storiadell’Alto Lazio e viene spesso consultato da ricercatori universitari e studiosi.

Dal punto di vista urbanistico ed ambientale, Nazzano si situa in un contesto molto particolare. Come vivete questa situazione ?

Il territorio del Comune di Nazzano è compreso per una notevole estensione nella Riserva Naturale del Tevere Farfa e nel contempo il nostro borgo storico ha sempre vissuto in un rapporto stretto con il Tevere se pensa che Nazzano aveva un porto fluviale utilizzato sia dai contadini di Nazzano per attraversare il fiume e raggiungere i terreni e il Molino dei Monaci di S. Paolo,  sia dai pellegrini che si imbarcavano proprio qui da noi per raggiungerela Città Eterna.La presenza della riserva ci ha certamente facilitato nell’attuare politiche di tutela ambientale: la metà del territorio comunale è sottoposto a vincolo per nostra scelta e di conseguenza anchei pianiurbanistici sono costruiti nel rispetto di questa filosofia. Così Nazzano si è potuto conservare al meglio ed i nostri concittadini, nel corso degli anni, hanno avviato un’attività di recupero delle loro abitazioni nel centro storico. Purtroppo vanno invece a rilento i lavori di recuperodel Castello ilquale, insieme ad alcune abitazioni circostanti, è stato acquistato da una società immobiliare con l’obiettivo di realizzare un albergo diffuso. Il procedere a rilento dei lavori mi preoccupa: dopo cinque anni dall’approvazione della convenzione tra Comune e proprietà i frutti di questo accordo non si vedono ancora. Mi auguro che il progetto venga completato al più presto poiché ritengo che questa iniziativa rappresenti per Nazzano un ulteriore punto importante per lo sviluppo turistico del territorio.

Parlare di Tevere a Nazzano significa necessariamente parlare del ruolo del vostro Museo del Fiume.

Certamente. Il Museo del Fiume è una realtà che va ben oltre quello che il suo nome sembrerebbe indicare: non solo è un centro didattico frequentatissimo da scuole e gruppi di appassionati per approfondire l’ecosistema del fiume e la storia diciamo così “naturalistica” dell’area ma è anche un centro culturale polivalente che, operando in stretta connessione con l’Ufficio Cultura del Comune e con le Associazioni cittadine funge da motore per l’intera offerta turistico – culturale di Nazzano.

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Fabrizio Sciarretta

Laureato in Economia alla LUISS e Master in Business Administration della Carnegie Mellon University di Pittsburgh, Fabrizio Sciarretta ha dedicato i primi anni della sua attività professionale al giornalismo economico. Rientrato dagli Stati Uniti, ha operato per circa un ventennio nella consulenza di organizzazione e direzione aziendale, ricoprendo incarichi di top management in Italia per due multinazionali americane del settore. Ha poi scelto la strada dell’impresa e da alcuni anni è impegnato come imprenditore nel settore della sanità. E’ consigliere d’amministrazione di SanaRes, la prima rete d’imprese italiana nel comparto sanitario. Lion da sempre, è stato presidente fondatore del Lions Club Roma Quirinale. Nel 2008 ha abbandonato la Capitale in favore della Sabina, e non se ne è pentito affatto.

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