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Moricone – Visita e Storia

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December 29, 2013

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Moricone – Visita e Storia

Il borgo antico di Moricone è posto sul monte omonimo da cui prende il nome, rivolto verso la valle del Tevere. Il piccolo centro storico – forse facilitato proprio la sua dimensione raccolta – sta conoscendo una nuova vita. Ciò grazie sia alla ripavimentazione che al restauro di molte delle abitazioni da parte di vecchi e nuovi proprietari. Non possiamo che augurargli un pieno recupero.

Visitare Moricone

Se siete da quelle parti, non mancate di percorrere le sue stradine. Il punto di partenza più comodo, è quello di Piazza Sforza Cesarini, il punto più alto dell’abitato antico. Sulla piazza si fronteggiano i due maggiori edifici storici: l’antico castrum – che oggi ospita anche l’ottocentesca chiesa parrocchiale – ed il più recente castello o “palazzo baronale” edificato intorno al XVI secolo dalla famiglia feudale dei de Palumbaria strettamente imparentata con i Savelli.

moricone

Per avere un colpo d’occhi generale, guardate la foto. Nel punto più elevato di Moricone, quello a destra è il palazzo baronale del XVI secolo mentre quello di fronte a sinistra (si intravede il colore rosa della chiesa parrocchiale) è l’antico castrum.
Il castrum, dal XIX secolo, è in parte occupato dalla chiesa parrocchiale della SS. Assunta, la quale conserva un “Salvatore” opera di Antoniazzo Romano (1430-1510). Lo trovate nella cappella di sinistra a metà navata. La collocazione in alto ed il vetro lo rendono di difficile godibilità, ma così è. La pala d’altare è di Corrado Giaquinto. Il resto dell’edificio, restaurato nel 1992, accoglie la biblioteca e l’archivio storico del Comune di Moricone.

I principi Borghese concessero l’uso dell’edificio -ormai privo di impiego militare – alla moriconese Suor Maria Colomba di Gesù, al secolo Paola Maria Geltrude Serantoni (1701-1781), che vi fondò l’ordine monastico delle Oblate di Santa Chiara e vi istituì un educandato. Successivamente subentrarono le suore di Nostra Signora del Rifugio in monte Calvario.

moriconeIl palazzo baronale, più recente, dall’altra parte della piazza, è un edificio austero, così all’esterno come all’interno. Evidentemente pensato più per funzioni di presidio del territorio che come residenza signorile.

Chiese e conventi di Moricone

Il borgo di Moricone, in Piazza Ranne, accoglie quella che è nota come la Chiesa Vecchia la quale, fino a circa il 1820, ebbe funzione di chiesa parrocchiale. Aveva lo stesso titolo poi trasferito all’attuale parrocchiale. Infatti ci dice Giambartolomeo Piazza nella sua “Della Gerarchia Cardinalizia” del 1703: “Alla gloriosa Assunzione di Maria Vergine è dedicata la chiesa Parrocchiale, arricchita di varie e preziose Reliquie … La Parrocchia è di Juspatronato de’ Padroni del kuogo, che vi fanno spiccare il culto Divino nella magnificenza della Chiesa e della sagra suppellettile … e fa Anime num. 500..”. La Chiesa Vecchia non è più officiata ed è divenuta centro culturale.

Moricone è inoltre nota per il Convento dei Padri Passionisti che vi ha sede dal 1839. In realtà la storia di questo sito ha origini assai antecedenti. Prima nel possesso dei Benedettini di Farfa, nel 1610 venne concesso, con la Chiesa del Salvatore che qui si trovava, da Paolo V (Camillo Borghese) ai padri Scolopi di San Giuseppe Calasanzio (1558 – 1648). Questi vi impiantarono, come’era nella vocazione dell’ordine, una scuola popolare gratuita ed un convento. Gli Scolopi rimasero a Moricone fino al 1732 e ad essi subentrarono i religiosi Minimi di S. Francesco di Paola fino al 1807.

Di questa prima fase abbiamo due testimonianze utili. La prima spetta al già citato Piazza: “San Salvatore, Chiesa nobile, e bene tenuta da’ Padri delle Scuole Pie, che vi hanno un Collegio, o Convento con quattro religiosi; e con l’obbligo di tenere aperta la scuola per benefizio di questo paese …. Era questa Chiesa l’antica Parrochiale; ma scommoda; e dall’ingiuria de’tempi ridotta in squallore..”

Francesco Paolo Sperandio, nella sua Sabina Sagra e Profana, (1790), ci racconta come: “La sua Chiesa (Santissimo Salvatore) fu consacrata da Monsignor Brandimarte Tommasi suffraganeo di Sabina il 29 Maggio 1639”. Evidentemente dopo il ripristino effettuato dagli Scolopi. L’occupazione dell’Italia da parte di Napoleone e le conseguenze di questa sul patrimonio ecclesiastico portarono ad un abbandono del sito fino all’arrivo dei Padri Passionisti,

La chiesa è poi nota perché in essa è sepolto Padre Bernardo Silvestrelli, passionista romano (1831-1911), Superiore Generale della Congregazione dei Passionisti per circa trent’anni fino al 1907 e canonizzato da Giovanni Paolo II nel 1988

Storia di Moricone

Tralasceremo, per brevità i tempi antichi. L’area su cui sorge Moricone è infatti di remota antropizzazione. Diverse soluzioni sono state proposte circa l’abitato romano che dovesse sorgervi:  Orvinium, Regillum, Antemnae tra queste.

La nascita della Moricone medievale trova invece testimonianza documentale più precisa nel Regesto Farfense. Dice infatti Franco Pompili nella suo libro “Palombara Sabina nel Medioevo”: “…a poche miglia a nord di Palombara sta sorgendo un castrum sul Mons del Morrecone. C’e di mezzo la zampino dell’Abbazia di Farfa, pre ragioni di ordine strategico. Il Regesto Farfense che tra il 1110 ed il 1119 l’abate Berardo III “oppidum de Morricone construxit”. Il luogo sembra appartenesse agli “homines de Catino” che lo avevano ceduto a Farfa in cambio dei beni di Catino e di Luco, che Arrigo IV aveva loro confermati nell’1084, Beni che il successore dell’imperatore non tarderà a donare a Farfa”.

Ovviamente, questo ingombrante vicino non poteva essere gradito ai signori di Palombara che proprio nella seconda metà del XI secolo andavano consolidando il loro potere sul feudo. Senza perderci in alberi genealogici che l’antichità rende di difficile ricostruzione, il primo conte di Palombara è Ottaviano, della famiglia dei Crescenzi. Suo padre, Giovanni, è conte di Sabina e sua madre, Davinia, è indicata come dominus de Palumbaria.

Spetta a Ottaviano occuparsi del problema Moricone. Così nel 1119 occupa Scandriglia e Catino: li restituirà all’Abbazia di Farfa solo in cambio di Moricone che entra così stabilmente nel patrimonio di famiglia.

Dagli Ottaviani conti di Palombara, indicati spesso semplicemente come de Palumbaria, Palombara insieme con gli altri feudi collegati passerà ai Savelli. Come avvenga questo passaggio è fonte di un interessante dibattito storico. Certamente non in modo conflittuale ma, viceversa, assolutamente pacifico. In primis per via di matrimoni. E potrà anche accadere che Ottaviani de Palumbaria e Savelli posseggano in modo congiunto alcuni feudi. Comunque, è il 1276 l’anno che conta: infatti, è in quell’anno che Giacomo Savelli, cardinale di Santa Maria in Cosmedin, prende possesso del castello di Palombara.

Per quanto riguarda Moricone, però, la storia è meno chiara: nel 1466, signore di Moricone è Andrea de Palumbaria, il quale ha nel suo patrimonio anche Stazzano (Vecchio). La proprietà del feudo resta ancora ai de Palumbaria ma non possiamo non tener presente come nel corso dei secoli successivi altri matrimoni cementino il rapporto con i Savelli. Non possiamo dunque escludere per Moricone passaggi temporanei dall’una famiglia all’altra o una gestione comune del feudo, tanto più che i due cognomi de Palumbaria e Savelli vennero alle volte portati in modo congiunto.

Nel 1501 Papa Alessandro VI Borgia confiscò i beni dei Palombara (così come fece per i Savelli) dandoli agli Orsini. Ma il suo successore restituì agli uni ed agli altri quanto era loro.

Ai primi XVII secolo Moricone fu eretto a marchesato da Paolo V, al secolo Camillo Borghese, il cui pontificato andò dal 1605 al 1621. Arriviamo così al 18 giugno 1619 quando “Oddo filius bo.me. Dom. Camilli Sabelli de Palumbaria” vende il marchesato di Moricone a Marc’Antonio Borghese. Nell’atto chirografaro con il quale Papa Paolo V autorizza la vendita di Moricone, Oddone è chiamato “Oddo Palombara Marchese di Moricone”. Dunque, il palazzo baronale andrebbe più correttamente indicato come “Palombara” piuttosto che “Savelli”. Oppure, in considerazione dello stretto legame tra le due famiglie, almeno con i due cognomi.

Lo stesso Oddo – come ci racconta Franco Pompili nell’opera già citata – il 18 novembre 1613 aveva emanato il “Vero Statuto del Moricone fatto dal Marchese Oddo Palombara”. Dai Borghese, Moricone passò poi ai Torlonia ed, infine, agli Sforza Cesarini.

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Due parole sull'autore

Fabrizio Sciarretta

Laureato in Economia alla LUISS e Master in Business Administration della Carnegie Mellon University di Pittsburgh, Fabrizio Sciarretta ha dedicato i primi anni della sua attività professionale al giornalismo economico. Rientrato dagli Stati Uniti, ha operato per circa un ventennio nella consulenza di organizzazione e direzione aziendale, ricoprendo incarichi di top management in Italia per due multinazionali americane del settore. Ha poi scelto la strada dell’impresa e da alcuni anni è impegnato come imprenditore nel settore della sanità. E’ consigliere d’amministrazione di SanaRes, la prima rete d’imprese italiana nel comparto sanitario. Lion da sempre, è stato presidente fondatore del Lions Club Roma Quirinale. Nel 2008 ha abbandonato la Capitale in favore della Sabina, e non se ne è pentito affatto.