L’Obesità riduce la fertilità maschile
Tra i fattori in grado di interferire negativamente sulla fertilità maschile, il sovrappeso e l’obesità sono oggi probabilmente le cause di influenza maggiore. In un report del Ministero della Salute si legge: “I dati epidemiologici confermano che l’obesità e l’eccessiva magrezza sono causa, entrambe, del 6% dell’infertilità primaria, ovvero del 12% dell’infertilità totale. In circa il 70% dei casi se il peso torna normale la fertilità viene recuperata.”
La riproduzione maschile è finemente regolata da un perfetto gioco di squadra che vede come protagonisti il cervello e i testicoli. Si parla infatti di asse ipotalamo-ipofisi-gonadi dove le gonadotropine, LH e FSH, sotto stimolo ipotalamico sono rilasciate in circolo dalla parte anteriore dell’ipofisi e, raggiunto il testicolo, consentono la regolare progressione della spermatogenesi.
Obesità e infertilità maschile: più grasso meno testosterone
L’accumulo di grasso interferisce proprio con questo equilibrio alterando in maniera cospicua sia i livelli di ormoni circolanti sia il metabolismo testicolare.
L’accumulo di grasso infatti, come dimostrato da diversi studi scientifici, determina la diminuzione della produzione di testosterone a causa dell’aumento della sintesi dell’aromatasi, un enzima che trasforma gli androgeni in estrogeni, gli ormoni che caratterizzano il sesso femminile.
Nelle giuste quantità, anche gli estrogeni sono indispensabile nella gonade maschile ma un aumento sostanziale dei livelli di tali ormoni comporta uno squilibrio della spermatogenesi e della produzione degli spermatozoi.
Obesità: aumenta lo stress ossidativo degli spermatozoi
Non solo, ma un altro triste scenario viene anche dal fatto che l’accumulo di grasso negli uomini determina un aumento dello stress ossidativo degli spermatozoi a causa della produzione incontrollata ed eccessiva di specie reattive dell’ossigeno (ROS).
Di conseguenza si verifica un’alterazione dei parametri seminali quali numero, motilità e morfologia spermatica in quanto gli spermatozoi, non essendo dotati di un apparato enzimatico sufficiente a eliminare i ROS, non riescono a fronteggiare l’emergenza.
Per la fertilità, sana alimentazione e attività fisica
Recenti evidenze hanno dimostrato che in Italia 1 ragazzo su 3 è a rischio di infertilità, da qui nasce la necessita di realizzare un piano atto ad educare e sensibilizzare i giovani soprattutto in età riproduttiva. Una sana alimentazione e una regolare attività fisica sono il binomio fortemente consigliato anche dall’ Organizzazione Mondiale della Sanità per migliorare non solo la fertilità maschile ma anche per prevenire l’insorgenza di patologie fortemente correlate all’obesità e al sovrappeso (come ipertensione e diabete).
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Alimentazione e qualità degli spermatozoi
Due studi pubblicati nel 2010 e 2003 rispettivamente su Fertility and Sterility e su The European Journal of Obstetrics & Gynecology and Reproductive Biology dimostrano che una dieta povera in proteine e grassi e ricca di fibre, acido folico e carboidrati è strettamente legata ad una migliore qualità spermatica.
Fertilità e antiossidanti
Nel 2013 una ricerca spagnola pubblicata su Andrologia ha inoltre dimostrato che la somministrazione orale di antiossidanti (vitamina C, vitamina E, vitamina B9, vitamina B12, selenio, coenzime Q10) non solo migliora la qualità degli spermatozoi in termini di parametri seminali ma aiuta anche a mantenere l’integrità del DNA. Ed è proprio per questo che i ricercatori suggeriscono che un’assunzione di antiossidanti prima delle tecniche di riproduzione assistita potrebbe garantire risultati migliori.