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Sant’Angelo Romano

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June 6, 2011

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Sant’Angelo Romano

Stilare classifiche è un’operazione sempre difficile, soprattutto quando si tratta di un tema assolutamente soggettivo quale la bellezzadi un paesaggio. In questo caso, però, non vi sono dubbi: lo spettacolo che si apre dal belvedere di Sant’Angelo Romanoè assolutamente eccezionale, tra i più incantevoli dell’intera Sabina. Soprattutto perché la posizione di questo borgo, posto su un colle che emerge dalla pianura improvvisamente, come lanciato verso l’alto da una implacabile forza primordiale preistorica, è tale da consentire di abbracciare tanto la Sabina Romana che Reatina. In più, percorrendo il perimetro del centro storico, si ottiene una visione a 360° che dà al visitatore una percezione chiara di come si dispiega una porzione di territorio amplissima: di fronte Roma e l’Agro Romano; verso sinistra, Montecelio con la sua rocca decapitata e poi Tivoli, più in giù i Castelli Romani ed i Monti Cornicolani; a destra via via Mentana, Monterotondo e poi la Sabina Reatina: Fara, Montopoli, fino a Poggio Mirteto. Ma non bisogna dimenticare di guardare alle proprie spalle dove si erge incontrastato il Monte Gennaro e sotto Palombara con il suo castello. Tutto questo si vede dalla cima Monte Patulo (400 metri s.l.m.) dove – non deve essersi trattato di un caso – si vuole che già prima del1000 a.C. abitasse l’uomo. Infatti, il Monte Patulo potrebbe aver ospitato la città latina di Medullia, che entrò nell’orbita romano sotto il regno di Anco Marzio, e dove poi i romani posero poi un presidio militare evidentemente per sfruttare una posizione dominante unica nel suo genere.

La storia

Con la caduta dell’impero romano divenne rifugio per gli abitanti delle ville romane vicine e ciò portò alla costruzione – sulle ceneri della fortezza romana – dell’attuale rocca già nel XI secolo circondata da mura. Essa prima appartenne ai Capoccia e poi, dal 1379, agli Orsini. Nel 1594 il feudo venne acquistato dai Cesi, e fu in questo periodo che conobbe il suo massimo splendore. Nel 1612 Papa Paolo V ne fece un principato con a capo Federico Cesi (1585-1630), fondatore nel 1603 dell’Accademia dei Lincei. Nel 1678 il castello venne ceduto ai Borghese.

Nel 1867 il castello fu utilizzato dalle truppe di Garibaldi nelle guerre per l’unità d’Italia. Durante la II guerra mondiale, venne occupato dalle truppe tedesche.

Oggi, di proprietà del comune e restaurato ospita il Museo Preistorico e Protostorico del Territorio Tiberino-Cornicolano ed è visitabile nel weekend

I Monumenti

Porta Capocci Orsini

Nel XV secolo era la porta principale di Sant’Angelo. Constava di una porta di legno (ne rimangono i cardini) e di una saracinesca di maglia di ferro rigida la quale scorreva dietro la porta.

Le chiese

Santa Maria e San Biagio è la “parrocchiale”. Costruita sulla precedente parrocchiale dedicata alla Beata Vergine Maria degli Angeli, fu consacrata nel 1759 e restaurata nel 1863 e nel 1976. L’interno si articola in 5 cappelle laterali dedicate a San Giuseppe, San Francesco di Paola, Madonna di Pompei, Anime del Purgatorio e a Cristo Salvatore. Ospita una “Beata Vergine” del 1522 realizzata da Federico Barocci ed un trittico attribuito ad Antoniazzo Romano (XV secolo).

La chiesa di Santa Liberata, del XIV secolo, si vuole sia stata consacrata da Bernardo da Chiaravalle. All’atto della sua costruzione distava circa 500 metri dall’abitato, mentre oggi è stata inglobata dallo stesso. Restaurata nel 1695 e nel 1737 ed ampliata insieme all’annesso convento da Giovanni da Evora. Ospita un coro ligneo di Antoniazzo Romano.

La chiesa di San Michele. La tradizione locale la vuole consacrata da Papa Eugenio III. È certo però che il campanile venne inaugurato il 10 aprile del 1677 dal vescovo di Tivoli. Nel 1867 venne utilizzata dai garibaldini come dormitorio. Restaurata nel 1935 e nel 1997.

Torre dell’ Orologio

Edificare sui resti di una più antica torre della cinta muraria; il meccanismo dell’orologio risale agli inizi del XIX secolo, poi rinnovato negli anni ’30 e successivamente nel 1990. Restaurata nel 2000.

Piazza Medullia

Era fino agli inizi del XX secolo la piazza principale del paese. Vi si aprivano un’osteria, l’antico forno e alcune botteghe artigiane.

I dintorni di Sant’Angelo Romano

Nelle vicinanze si trova la voragine carsica del Pozzo del Merro, sita all’interno della Riserva Naturale Macchia di Gattaceca e Macchia del Barco. Il Pozzo del Merro è il sinkhole (voragine carsica che ospita sul fondo un laghetto di appena 20 m di diametro) più profondo del mondo. All’inizio degli anni 2000, è stato esplorato l’ipotetico fondale (grazie al contributo di un ROV dei vigili del fuoco), posto a circa 392 m. dalla superficie. Anche il Bosco di Grotta Cerqueta, sempre facente parte della Macchia di Gattaceca, ospita 3 doline ed una grotta carsica, la quale dà il nome al bosco. Nel 1971 il bosco è stato inserito nell’elenco dei biotopi di rilevante interesse vegetazionale stilato dalla Società Botanica Italiana.

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Due parole sull'autore

Fabrizio Sciarretta

Laureato in Economia alla LUISS e Master in Business Administration della Carnegie Mellon University di Pittsburgh, Fabrizio Sciarretta ha dedicato i primi anni della sua attività professionale al giornalismo economico. Rientrato dagli Stati Uniti, ha operato per circa un ventennio nella consulenza di organizzazione e direzione aziendale, ricoprendo incarichi di top management in Italia per due multinazionali americane del settore. Ha poi scelto la strada dell’impresa e da alcuni anni è impegnato come imprenditore nel settore della sanità. E’ consigliere d’amministrazione di SanaRes, la prima rete d’imprese italiana nel comparto sanitario. Lion da sempre, è stato presidente fondatore del Lions Club Roma Quirinale. Nel 2008 ha abbandonato la Capitale in favore della Sabina, e non se ne è pentito affatto.