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Bambini, vederci bene a scuola

Sembrerà strano ma:

  • sebbene vederci bene sia essenziale per l’apprendimento, il 70% dei genitori ritiene che una visita oculistica non sia strettamente necessaria;
  • il 60% dei bambini non ha mai effettuato una visita oculistica e ben il 26% di quelli controllati dagli esperti di Commissione Difesa Vista presenta una problematica della vista;
  • tra chi ha fatto le visite risulta che: il 33% è risultato essere ipermetrope e il 16% astigmatico; il 4% è invece risultato affetto da exforia, 10% i miopi e 6% le sospette ambliopie;
  • tablet e lavagne magnetiche hanno rivoluzionato il modo di studiare e hanno un legame diretto con il senso della vista: l’introduzione di questi strumenti rende fondamentale una visita oculistica prima di affrontare qualsiasi percorso formativo.

Questo il grido d’allarme lanciato da Commissione Difesa Vista alla riapertura dell’anno scolastico. E’ superfluo spiegare come la funzione visiva sia fondamentale per l’autonomia e per le relazioni personali e sociali degli individui di tutte le età, ma questo concetto assume un valore ancor più importante per chi si deve sedere sui banchi di scuola “guardare” la lavagna, studiare sui libri e scrivere sui quaderni. Tutte azioni che si basano su una perfetta funzionalità degli occhi.

L’importanza di una visita oculistica di prevenzione

Nonostante gli sforzi della Commissione Difesa Vista di diffondere una cultura della prevenzione in età scolare e prescolare, ad oggi il 30% dei genitori italiani non sottopone i propri figli ad una vista oculistica. Invece un controllo della vista sarebbe fondamentale, perché spesso a una visione scorretta corrisponde anche un apprendimento scorretto.  Tra vedere bene e andare bene a scuola c’è un rapporto direttamente proporzionale.

Una visita oculistica dovrebbe essere una prassi obbligatoria soprattutto per quei bambini che si accingono ad affrontare il loro primo giorno di scuola – spiega il Prof. Francesco Loperfido, consulente della Commissione Difesa Vista e responsabile del Servizio di Oftalmologia Generale presso l’Unità Operativa di Oculistica dell’Ospedale San Raffaele di Milano – l’inizio della scuola è un momento decisivo, bisogna partire con il piede giusto. L’impegno scolastico comporta degli importanti consumi di energia psicofisica. Pertanto la condizione di buona salute generale, costituisce un requisito fondamentale e l’efficienza visiva ne è una componente essenziale”.

Se il bambino vede male: i sintomi

Comunque il corpo è uno strumento quasi perfetto e se c’è qualcosa che non va negli occhi ce lo fa capire molto chiaramente. Quali sono dunque i segnali d’allarme da tenere d’occhio? “Mal di testa, bruciore agli occhi, annebbiamenti della vista da vicino o da lontano, ancor prima che il difetto visivo sia rilevabile e atteggiamenti posturali scorretti. Testa e corpo eccessivamente piegati verso il banco, l’abitudine a mettere il foglio di traverso per scrivere, il modo in cui si impugna la penna sono tutti elementi che potrebbero suggerire qualche difficoltà”, spiega il Professor Loperfido.

Ultimo elemento da non sottovalutare è la svogliatezza: non è escluso che dietro quell’atteggiamento si nasconda qualche problematica legata alla visione. D’altronde occhio e cervello, che lavorano insieme in modo armonico e coordinato per procurarci le informazioni visive e insieme costituiscono il sistema visivo. Per questo un accurato controllo visivo, che rassicuri in merito alla salute oculare del bambino e ne verifichi la funzionalità, è la mossa vincente per inaugurare un periodo estremamente importante della sua vita.

Non è sufficiente stabilire se il bambino “ci vede o non ci vede”, ma “come” ci vede. Una visita oculistica accurata, infatti, valuta la visione con un approccio globale e verifica che:

  • ci sia una acutezza visiva ottimale sia da lontano che da vicino
  • la capacità di focalizzare i dettagli sia efficiente
  • ci sia una buona coordinazione binoculare, cioè che i due occhi si integrino bene insieme, determinando la percezione stereoscopica.

Secondo la Commissione Difesa Vista, è indispensabile un test prima di iniziare la scuola, da ripetersi ogni 4/6 mesi a seconda del difetto evidenziato. In ogni caso: mai meno di un controllo l’anno.

I difetti della vista nel bambino

Oltre ai difetti classici più diffusi (miopia, ipermetropia o astigmatismo), un’altra patologia molto diffusa tra i bambini è quella nota come “Occhio pigro” (ambliopia), ovvero la diminuzione della vista in un occhio solo, senza altre malattie oculari evidenti. Ne soffre circa il 2-3% dei bambini di età inferiore ai 5 anni. In questi casi è fondamentale intervenire immediatamente perché i migliori risultati terapeutici si ottengono praticando l’occlusione dell’occhio migliore (quello che vede), entro i primi 10 anni di vita.

Vista e nuovi strumenti didattici

Va inoltre tenuto conto dei nuovi strumenti didattici.  La lavagna interattiva – cui in alcuni casi si affiancano anche i tablet – è un grande display che sembra una lavagna: ci si scrive con una penna speciale o col dito e quel che si scrive si può salvare, modificare, spedire. E’ necessario avere presente come qualsiasi strumento elettronico (tablet, pc, smartphone, ecc.) deve la sua luminescenza fondamentalmente a una frequenza di luce denominata “luce blu”, presente tra il visibile e l’ultravioletto. Questa luce si differenza in due fasce: blu turchese e blu viola. Il primo (quello che potremmo definire “buono”) va a stimolare la melatonina nel rapporto sonno-veglia, mentre il blu viola (quello “cattivo”) è quello che può determinare un danno da accumulo sia a livello del cristallino sia a livello maculare.

Da ciò si evince che un uso non moderato – iniziando in così giovane età – pone in evidenza la necessità di una ulteriore protezione visiva. Oggi sono disponibili lenti che correggendo il difetto visivo, hanno la possibilità – con un trattamento speciale – di filtrare e annullare sia l’ultravioletto sia la luce blu. Per chi è particolarmente esposto per numero di ore e per frequenza d’uso ai sistemi digitali  laddove non ci sono difetti, potrebbe essere consigliata anche una lente neutra.

Discorso che vale anche per gli studenti più grandi, con l’aggravante che a tablet e pc per motivo di studio, si aggiungono il tempo trascorso davanti al computer e le molte ore continuative sui libri, magari in ambienti poco o male illuminati.

Studiare con tablet e PC: i consigli

Tutti elementi negativi che possono essere “contenuti” grazie ad alcune regole :

  • ottimizzare la luminosità dello schermo in base alla luce presente nell’ambiente
  • una pausa di 15 minuti ogni 2 ore trascorse davanti al computer
  • adottare un’adeguata illuminazione sia come quantità che come qualità.

La posizione della luce nella stanza di studio non deve riflettere su oggetti o su pareti, la giusta situazione di illuminazione si ha quando l’oggetto illuminato ha un costante contrasto. Bisogna evitare anche la luce diretta sugli occhi sia che provenga dalla finestra che da una fonte di illuminazione artificiale.

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