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Previeni la Vulvodinia

La vulvodinia è un problema abbastanza diffuso e probabilmente sottostimato che potrebbe interessare il 15% delle donne. Infatti, uno studio americano su un campione di 5.000 donne ha rivelato che il 15.6% di esse soffre di “bruciore cronico, dolore acuto o a pugnalata, dolore al contatto (iperalgesia), per un periodo non inferiore ai tre mesi, in un qualche periodo della vita”.

Uno dei problemi sta nel fatto che la diagnosi di vulvodinia è una “diagnosi differenziale”, cioè è necessario evitare di confondere questa problematica con altre che potrebbero presentare sintomi analoghi. Ma entriamo adesso nel vivo dell’argomento.

Cos’è la vulvodinia ?

E’ una sindrome (cioè un insieme di sintomi variamente presenti) che genera sensazione di fastidio, finanche a dolore, riferibile ai genitali esterni femminili (la “vulva”, appunto). Il fastidio può essere rappresentato da prurito, bruciore, dolore, gonfiore, secchezza.

La vulvodinia viene determinata da un’infiammazione cronica dei tessuti (epitelio) dei  genitali esterni.  Tale infiammazione può essere causata da infezioni ripetute o da cattive abitudini igieniche ma purtroppo a volte non ha una causa scatenante.

Il problema specifico è che lo stato infiammatorio non regredisce una volta cessata la causa, ma invece permane e si autoalimenta, potendo portare nel tempo ad alterazioni neurologiche definitive (cioè una sensazione dolorosa non più regredibile per il danneggiamento delle microterminazioni nervose presenti in loco).

Ci sono momenti o eventi in cui la vulvodinia si manifesta in modo particolare ?

Non necessariamente. Può essere legata al rapporto intimo ma, talora anche in maniera più invalidante, può essere presente tutti i giorni.

Essendo la vulvodinia una malattia dai sintomi spesso molto sfumati e riguardante una sfera molto intima è frequente un notevole ritardo di diagnosi che tende a complicare la situazione ed a rendere più difficoltosa, se non a volte impossibile, la guarigione.

La diagnosi differenziale di vulvodinia

Da quanto fin quei esposto emerge l’importanza di una diagnosi il più precoce possibile sia per escludere che la sintomatologia presente non sia legata ad altre cause (candidosi, infezioni delle vie urinarie, squilibri ormonali, irritazioni da sostanze chimiche) sia in secondo luogo per attuare al più presto gli adeguati presidi terapeutici.

Per una diagnosi corretta di vulvodinia è opportuno affidarsi ad uno specialista ginecologo, il quale, attraverso un’attenta anamnesi ed osservazione dei genitali nonché alcuni test specifici (Swab Test), potrà escludere altre patologie e valutare l’estensione della malattia instaurando la terapia adeguata.

Nelle vulvodinie più aggressive e resistenti ad ogni presidio farmacologico, si possono rendere necessari trattamenti di elettrostimolazione nervosa o di desensibilizzazione dei  nervi.  Come anche si è dimostrata utile una psicoterapia cognitivo-comportamentale individuale o di gruppo (training autogeno).

Fortunatamente, nella maggior parte dei casi, una terapia con farmaci da applicare localmente accompagnata da opportune norme igienico comportamentali riescono ad apportare sollievo e guarigione.

Come evitare la Vulvodinia ? I comportamenti corretti

In realtà, la vulvodinia andrebbe, e può essere, prevenuta piuttosto che curata. Ciò è possibile applicando piccoli accorgimenti nella vita di tutti i giorni. Eccoli qui:

  • preferire biancheria di cotone bianca in modo da evitare il contatto quotidiano con sostanze coloranti e tessuti sintetici
  • evitare salva-slip poiché alterano la normale traspirazione e favoriscono il proliferare di germi
  • utilizzare detergenti intimi a pH acido non più di una volta al giorno ad eccezione dei giorni del flusso mestruale; se si dovesse avvertire la necessita di rinfrescarsi, è opportuno utilizzare la semplice acqua
  • bere almeno due litri d’acqua la giorno evitando di trattenere l’urina. Una buona funzione vescicale evita il ristagno di germi e la produzione di urina troppo acida
  • evitare nella quotidianità indumenti troppo stretti che possano determinare dannosi sfregamenti nell’area genitale
  • non effettuare terapie con ovuli o lavande che non siano prescritte espressamente dallo specialista ginecologo.
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Francesca Cristello

Francesca Cristello si è laureata in Medicina e Chirurgia presso l’Università degli Studi di Pisa dove si è specializzata con lode in Ginecologia ed Ostetricia. Ha maturato esperienza presso l'Ambulatorio di Fisiopatologia dell'Adolescenza e Procreazione Assistita della medesima Università. Sempre presso l'Università di Pisa ha esercitato la professione nell'Ambulatorio di Colposcopia e Patologia Cervico-vaginale e Vulvare. Ha collaborato all'attività scientifica presso il Dipartimento per la Tutela della Salute della Donna e della Vita Nascente presso il Policlinico A. Gemelli in Roma. Nell'ambito della propria attività ha pubblicato su diverse riviste scientifiche nazionali (Giornale Italiano di Ostetricia e Ginecologia, "Il Consultorio familiare: contraccezione e desiderio di gravidanza") ed internazionali (Human Reproduction, Fertility and Sterility, Gynecological Endocrinology). Attualmente esercita la propria attività anche presso il Laboratorio Poliambulatorio Specialistico Nomentano.

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