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Antiossidanti: preveniamo l’invecchiamento

Vi siete mai chiesti come facciamo a produrre l’energia di cui il nostro corpo ha bisogno per vivere?

E’ l’alimentazione a portare nutrienti (diciamo i pezzi di ricambio del corpo) e benzina per produrre energia biochimica a livello di ogni singola cellula dell’organismo. Di fatto ogni cellula ha le sue caldaie dove viene bruciata la benzina e prodotta energia chimica, sotto forma di molecole ricche di legami energetici. Queste molecole si chiamano ATP (Adenosinn trifosfato) e quando tali legami liberano l’energia questa fa muovere i muscoli, funzionare i neuroni, il cuore, i reni, insomma tutto il corpo.

Mitocondri: le caldaie delle cellule

antiossidantiLe caldaie delle cellule si chiamano mitocondri. Motori meravigliosi che sono alimentati dall’Ossigeno che arriva dalla respirazione e dall’Idrogeno che è il prodotto finale di quell’ultra centrifuga che si chiama digestione, ossia dal metabolismo.

Infatti, grazie alla digestione, zuccheri, grassi e proteine producono ioni Idrogeno H+ che entrano nella caldaia.

Nel mitocondrio ci sono delle membrane che comprimono da un lato l’Ossigeno e dall’altro l’Idrogeno e riescono a farli incontrare producendo enormi quantità di energia ed acqua.

Abbiamo tutti visto sicuramente una fiamma ossidrica. Sono due bombole, una di Ossigeno e una di Idrogeno collegate con un cannello e allo scoccare di una scintilla si accoppiano producendo una fiamma che produce un calore di 3000 gradi.

L’Equazione della Vita

Il mitocondrio riesce a coniugare Ossigeno e Idrogeno senza esplodere ma intrappolando l’energia pari a tremila gradi all’interno delle molecole di ATP che possono essere spese in tutto l’organismo.

Quella che possiamo dunque chiamare equazione della vita è Ossigeno + Idrogeno = Acqua + ATP.

Il problema però è che l’Ossigeno che ci fa vivere ci fa anche morire, ci brucia.

Ossigeno: fonte di vita e di invecchiamento

Vediamo da vicino i segreti della chimica della vita. L’Ossigeno ha un nucleo con molti elettroni che gli girano intorno in diverse orbite. Gli elettroni viaggiano in coppia, se un elettrone gira da solo è instabile e cerca più o meno avidamente un compagno per accoppiarsi e trovare pace. L’orbita più esterna dell’Ossigeno ha 4 elettroni spaiati, in cerca di compagnia.

L’altro attore è l’Idrogeno, la molecola più semplice di tutte: un singolo protone e un singolo elettrone, anche lui in cerca di stabilità. Ossigeno e Idrogeno sono dunque fatti l’uno per l’altro e i 4 elettroni spaiati di Ossigeno attraggano come una calamita potentissima quattro elettroni di 4 molecole di Idrogeno. Si dice che l’Ossigeno è un potente ossidante e l’attrazione verso di se è così intensa che il salto dell’elettrone dell’Idrogeno nell’orbitale dell’Ossigeno è così deflagrante che genera appunto una energia pari a 3000 gradi.

Il mitocondrio è un motore così efficiente che noi neanche ce lo sogniamo. Il motore a scoppio delle macchine produce una reazione in cui la maggior parte dell’energia prodotta viene persa o dispersa in calore: solo una piccola quantità si trasforma in forza lavoro e fa girare le ruote della macchina.

Nel mitocondrio il 99 % dell’Idrogeno viene intrappolato nelle molecole ATP e tale energia si trasformerà in lavoro.

Radicali liberi: proiettili impazziti

Solo una piccola parte di elettroni sfugge e manca il bersaglio. Piccoli proiettili di energia impazzita che partono alla ricerca di un altro elettrone radicali liberi antiossidanticon cui accoppiarsi e lo trovano, rapinandolo da tutto ciò che incontrano sulla loro strada. La vittima può essere una membrana, una proteina oppure una molecola di DNA con preziose informazioni genetiche.

Questi proiettili di energia si chiamano radicali liberi e il danno che producono è a tutto tondo: invecchiano la cute, falcidiano il sistema immunitario, consumano i diversi organi.

Molecole antiossidanti: gli spazzini dei radicali liberi

Da che mondo è mondo però il corpo umano è attrezzatissimo a gestire questi eventi ed abbiamo un sofisticato meccanismo di manutenzione ordinaria in cui operai specializzati riparano e ricostruiscono i danni prodotti. Molecole particolari che si immolano davanti ai radicali liberi facendosi bruciare loro, cedendo elettroni ed in tal modo fanno da spazzini dei radicali liberi. Sono le molecole antiossidanti. Capiamo il linguaggio energetico: quando si ruba un elettrone si “ossida”, quando si restituisce un elettrone ripristinando integrità si “riduce”.

Chi di noi non si è mai chiesto per quale strano motivo una mela affettata dopo qualche minuto comincia a imbrunire e se invece si spreme del limone la superficie resta chiara?  Oppure perché il ferro si arrugginisca? E se l’Ossigeno è così urticante come fanno i globuli rossi a trasportarlo senza bruciarsi?

Di esempi nella quotidianità se ne possono fare tanti, ma il fenomeno è molto semplice: si chiama ossidazione e riduzione.  In natura tutte le sostanze nelle più svariate forme chimiche sono soggette ad un delicato equilibrio tra forma ossidata e forma ridotta. Un equilibrio di straordinaria importanza per tutti gli organismi viventi che garantisce il normale svolgimento delle funzioni vitali.

Ossigeno e antiossidanti: la bilancia della vita

La bilancia della vita dunque vede sui due piatti da una parte l’Ossigeno e dall’altra gli antiossidanti. Non dimentichiamo che non è solo il metabolismo energetico del corpo umano a produrre radicali liberi. Infatti, ci sono anche gli insulti dell’ambiente esterno: inquinanti, veleni, radiazioni ionizzanti. Poi gli inquinanti interni come errori alimentari, farmaci droghe, stress mal gestito, allenamento fisico irrispettoso dei tempi di recupero, etc. In tutti questi casi, ci vengono in soccorso le molecole antiossidanti.

Per virus e batteri c’è poi un discorso a parte, perché se da un lato abbiamo il danno ai tessuti che questi producono con l’inevitabile produzione di scorie radicaliche, dall’altra il sistema immunitario usa la produzione di radicali per folgorare i batteri. Cos’, accade che il globulo bianco ingloba il batterio e gli scatena contro un bombardamento elettronico tale che muoiono tutti, batteri e globulo con produzione ovviamente di scorie radicaliche.

Come misurare l’equilibrio tra Ossigeno e antiossidanti?

Esistono test di laboratorio capaci di fornire indicazioni preziose sull’equilibrio ossido riduttivo del nostro corpo e quindi sulla ottimizzazione di tutte le nostre funzioni. Nessuna esclusa. Giovinezza della cute, gengive in ordine, cuore e pressione, reni, fegato, polmoni, massa muscolare e performance sportiva, neuroni, potenza sessuale, senescenza ottimale.

Capacità Antiossidante: come si misura

prevenire invecchiamento antiossidanti coenzima q10La prima coppia di esami che è possibile fare è la quantificazione dei radicali liberi presenti nel sangue (specie reattive dell’Ossigeno) e la valutazione della capacità antiossidante del plasma. Con la prima si valuta la produzione radicalica e con la seconda si sottopone il plasma a forti stress ossidativi e si misura la sua capacità di resistenza.

Intuitivamente si comprende come uno rapporto squilibrato tra radicali liberi e capacità antiossidante fornisca al medico curante importanti informazioni sul versante terapeutico.

Lo stress ossidativo infatti si configura come il risultato della rottura, per varie cause, dell’equilibrio fra la produzione delle specie ossidanti (aumentate) e le difese antiossidanti (diminuite). Se non prontamente corretto da una singola cellula può passare a tessuti e organi con accelerazione del processo di invecchiamento e insorgenza di malattie.

Il medico analizzerà da un lato le cause di aumentata produzione di radicali liberi, come i fattori ambientali, gli stati fisiologici come la gravidanza o l’accrescimento, fattori di stress psico-emotivo, lo stile di vita con alimentazione, alcol, fumo, esercizio fisico inadeguato e la presenza di malattie o l’uso di farmaci. Dall’altro lato nel caso di una riduzione delle difese antiossidanti il medico indagherà sulle cause di una mancata assunzione di antiossidanti con la alimentazione.

La strategia operativa consisterà dunque in valutazione dell’attacco e valutazione delle difese. Fortunatamente nell’ampia faretra terapeutica sono oggi presenti numerose frecce da poter scoccare per integrare, correggere e curare, come ad esempio Vitamine, Sali minerali, Metalli, Amminoacidi, Enzimi; tutto nelle giuste formulazioni.

Coenzima Q10 e Vitamina E: potenti antiossidanti

La seconda coppia di esami sono il Coenzima Q10 e la Vitamina E. Sono i due più potenti antiossidanti situati sulle membrane e nelle membrane dei tessuti e delle cellule. Sono sostanze grasse, liposolubili e questo consente loro di diffondersi nelle membrane cellulari costituite proprio da un doppio strato lipidico.

Il Coenzima Q10 nel mitocondrio è un formidabile giocoliere che riesce a catturare l’elettrone dell’Idrogeno e cederlo all’Ossigeno con una seriecoenzima q10 coq10 antiossidanti di passaggi successivi che consentono l’accoppiamento fra i due senza l’esplosione della fiamma ossidrica. La Vitamina E fa parte del gruppo delle vitamine liposolubili ed è nota soprattutto per le sue proprietà antiossidanti. Antiossidante vuol dire che è capace di restituire l’elettrone rubato (riducendo) e lavorando in coppia con il Q10 lo ripara di continuo (lo riduce) nel momento che questo si ossida trasportando l’elettrone verso l’Ossigeno.

Alcune situazioni generano un deficit di CoQ10 nell’organismo. Ad esempio l’allenamento sportivo, lo scompenso cardiaco e l’ischemia, l’ipertiroidismo, la sindrome di Parkinson, l’aterosclerosi, l’invecchiamento e la terapia con statine contro il colesterolo. A loro volta, livelli bassi di CoQ10 comportano una mancata difesa antiossidante e quindi danni dei radicali liberi a qualsiasi livello dell’organismo.

Dosando i livelli del Coenzima Q10, correlato con i livelli del suo partner Vitamina E e con gli indicatori dell’equilibrio ossidoriduttivo, il medico curante potrà valutare la necessità di adottare una corretta terapia aggiuntiva.

Al riguardo ci sono delle buone chance per garantire un corretto apporto di vitamina E dagli alimenti. Buone fonti infatti riguardano la frutta secca, mandorle noci e pinoli, olio di oliva e di semi, cereali integrali, alcune verdure come spinaci, asparagi, ceci, crescione, broccoli, pomodoro.

Viceversa nel caso di bassi livelli di CoQ10 nel plasma risolvere la questione solo con gli alimenti diventa una sfida impossibile, salvo mangiare quantità imbarazzanti di cavoli, broccoli, ostriche, spremute di arance (600 arance per capirci). Sarà dunque necessario assumere integrazioni di coenzima per bocca. Un dosaggio equilibrato con la vitamina E è un compito del medico.

Per approfondire l’argomento del Coenzima Q10, leggi anche: Coenzima Q10: il grande produttore di energia

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Guido Cimatti

Laureato in medicina e chirurgia alla Università Cattolica del Sacro Cuore dove si specializza in Patologia Clinica. Nei primi dieci anni di attività professionale è stato il coordinatore dell’ambulatorio di Oncologia pediatrica del Policlinico Gemelli Clinica Moscati. Dal 1990 al 2017 è stato direttore del Laboratorio di Analisi Cimatti in Roma E’ stato fra i fondatori del Tribunale per i diritti del malato dove ha presieduto il Collegio Giudicante che proclamò nel Giugno 1980 in piazza del Campidoglio la prima Carta per i diritti del Malato. Dall’Agosto 2017 è Direttore del Laboratorio Clinico Nomentano in Monterotondo