Modello Sanità

Peggiora il clima: Salute a rischio

Esiste un legame forte tra clima e salute. Cambiamenti del clima in senso peggiorativo comportano maggiori rischi per la salute in modo ormai evidente. A lanciare (da tempo) l’allarme le grandi agenzie sanitarie quali l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) e l’Istituto Superiore di Sanità italiano (ISS). Nel recente simposio Health and Climate Change ospitato proprio dall’ISS sono così emersi elementi di grave preoccupazione. Vediamoli insieme.

Cambiamenti climatici Salute e ecosistemi

Gli scenari prevedono che un aumento della popolazione mondiale a 8 miliardi di persone entro il 2030 potrebbe comportare carenze di cibo, acqua ed energia. Di conseguenza ci potrebbero essere forti ripercussioni sulla salute e sulla disponibilità di risorse. La perdita dei servizi forniti dagli ecosistemi naturali comporterà la necessità di trovare alternative dispendiose.

Ad esempio una buona funzionalità degli ambienti umidi gioca un importante ruolo sulla risorsa acqua poiché aumenta la sua disponibilità e la sua qualità. Le aree verdi urbane preservano la qualità dell’aria e mitigano le ondate di calore causate da temperature estreme.

Nel Sud Europa, Italia inclusa, i cambiamenti climatici stanno causando un aumento degli eventi meteorologici estremi ed una espansione di nuove specie di vettori di malattia. Inoltre, tali cambiamenti sono associati ad un peggioramento della qualità dell’aria e al rischio incendi aggravato dalla siccità.

Secondo le stime più recenti in Italia entro il 2100 i giorni di ondata di calore aumenteranno in modo esponenziale, da 75 fino a 250 giorni all’anno, secondo i due scenari estremi di più basse e più alte emissioni di gas serra.

E’ dunque chiaro come siano necessarie, per tutelare la salute umana, azioni specifiche di prevenzione, politiche e strategie nazionali di mitigazione e di adattamento ai cambiamenti climatici in atto

Più agenti inquinanti, più malattie trasmissibili

Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) sette milioni di persone ogni anno muoiono prematuramente di malattie non trasmissibili a causa dell’inquinamento. Molti contaminanti atmosferici danneggiamo anche il clima. L’OMS ritiene che, diminuendo il livello di un particolare tipo di inquinante (conosciuto come PM10), si potrebbe ridurre la mortalità nelle città inquinate del 15% l’anno.

Tra i contaminanti atmosferici va annoverato il particolato carbonioso, che è il principale componente del particolato fine (PM2.5) prodotto da emissioni diesel e combustione di biomasse.

Le concentrazioni soglia dell’ozono nella troposfera fissate al fine di tutelare la salute umana, la vegetazione e gli ecosistemi vengono frequentemente superate nella maggior parte dei Paesi europei. A tal proposito, i livelli di ozono troposferico sono influenzati dalle emissioni di metano da insediamenti urbani, rifiuti e agricoltura e di ossidi di azoto (NOx) da traffico autoveicolare.

L’OMS denuncia che solo il 12% delle grandi città rispetta i valori guida per la qualità dell’aria.

Con gli eventi estremi si diffondono le infezioni

Un effetto potenzialmente associato al surriscaldamento globale è la maggior facilità di diffusione delle malattie. Esse sono infatti favorite anche dall’aumento, grazie alle condizioni climatiche, di molti insetti vettori. In Europa, per esempio, si prevede l’aumento della diffusione della zanzara tigre.

Studi specifici hanno evidenziato un aumento dell’incidenza di malattie infettive nella popolazione correlato con il verificarsi di eventi estremi.

Già nel 2010 l’Istituto Superiore di Sanità ha analizzato i numeri di casi per malattie trasmesse da agenti legati in modo diretto o indiretto all’acqua. Si è visto come l’incidenza di alcune patologie infettive (Epatite A, legionellosi, malattie infettive) si sia incrementata in aree dove si erano verificati importanti eventi alluvionali.

Malattie mentali e clima

I ricercatori del MIT di Boston hanno osservato come, a fronte del generale aumento di un grado Celsius, le patologie psicologiche di media entità sono salite del 2%. Le malattie rilevate includono: depressione, stati di ansia, insonnia, paure, malesseri psichici generalizzati.

L’aumentata probabilità di eventi catastrofici dovuti al clima potrebbe generare o esasperare la reazione di individui già fragili. Inoltre la progressiva riduzione di biodiversità animale e vegetale assieme alla variazione dei consueti parametri atmosferici stagionali fa percepire uno stato di disequilibrio che può indurre o almeno esacerbare condizioni patologiche anche lievi.

Non a caso gli evoluzionisti e non pochi geologi hanno denominato Antropocene questa nostra attuale fase di spoliazione delle risorse terrestri, nella quale cresce la sofferenza mentale.

La salute dei bambini è più a rischio di quella degli adulti

I bambini piccoli sono più vulnerabili rispetto ai cambiamenti climatici perché alcuni organi e apparati quali l’apparato respiratorio o il sistema di termoregolazione sono ancora in via di sviluppo e perché è, in generale, ancora in corso lo cambiamenti climatici salutesviluppo fisico, mentale e cognitivo.

Inoltre i bambini hanno, rispetto agli adulti, una maggiore esposizione per unità di peso corporeo, ed è quindi più probabile che, a parità di esposizione, per loro vengano superate le dosi soglia di rischio. Secondo l’OMS nel mondo circa il 50% dei decessi in età pediatrica è causato da diarrea, malaria e infezioni delle basse vie respiratorie, tutti fattori di rischio associati ai cambiamenti climatici.

Le esposizioni precoci a fattori di rischio ambientali nei primi tre mesi di vita possono avere effetti irreversibili che si ripercuotono nel corso della vita da adulto.

I cambiamenti climatici influenzano la salute respiratoria dei bambini attraverso vari meccanismi: per effetto degli eventi meteorologici estremi come piogge intense e allagamenti e del conseguente aumento dei livelli di umidità e muffe nelle abitazioni. Per un effetto dei pollini per un ampliamento dell’areale delle piante allergizzanti verso nuove aree e per un prolungamento della stagione pollinica.

Tra questi, le ondate di calore sono il fattore di rischio più studiato: broncospasmo e irritazione delle vie aeree possono essere direttamente scatenati dal caldo e dall’ozono atmosferico, che aumenta in concomitanza delle ondate di calore.

In Italia uno studio che ha valutato gli effetti del caldo sui ricoveri ospedalieri in bambini ha evidenziato un incremento del 12% nei ricoveri pediatrici per cause respiratorie, associato ad una variazione della temperatura giornaliera (pari in media a un incremento di circa 4 gradi °C).

Aumentano le malattie trasmesse dall’animale all’uomo

Le zoonosi – ovvero le malattie infettive trasmesse dagli animali all’uomo, causate da batteri, virus, parassiti o prioni – sono patologie fortemente influenzate dai cambiamenti climatici.

È il caso delle zoonosi trasmesse da vettori invertebrati (zanzare, zecche, pulci e altri artropodi ematofagi). Il clima influenza il comportamento, il tasso di sopravvivenza e riproduzione dei vettori, influenzando a sua volta l’idoneità, la distribuzione e l’abbondanza degli habitat.

Numerosi studi hanno dimostrato che i pattern di trasmissione di malattie quali le encefaliti da zecche, la febbre della Rift Valley, la malattia di Lyme, la malattia West Nile, sono fortemente influenzati dalle condizioni climatiche.

Oltre alle zoonosi trasmesse da invertebrati, anche zoonosi a trasmissione diretta, quali le infezioni da hantavirus, veicolate all’uomo dal contatto con roditori selvatici, possono essere influenzate dai cambiamenti climatici.

Nell’Italia settentrionale è stato registrato un recente e improvviso incremento della sieroprevalenza per hantavirus in topi selvatici. Anche molti agenti zoonotici veicolati all’uomo dall’acqua e dagli alimenti, come Salmonella spp, Campylobacter jejuni, E. coli, Norovirus, mostrano specifici pattern stagionali di incidenza.

Uno studio condotto sui dati provenienti da diversi paesi europei ha mostrato che i casi di salmonellosi umana aumentavano del 5-10% per ogni grado di aumento della temperatura media settimanale.

A rischio sicurezza e approvvigionamento acqua

Gli effetti del cambiamento globale del clima sulla disponibilità e qualità delle acque, sull’igiene e la gestione dei reflui, colpiscono direttamente la salute. Le malattie legate all’acqua clima-dipendenti, trasmissibili e non, sono uno dei principali killer nel nostro pianeta.

Preoccupa l’atteso incremento delle malattie diarroiche, che oggi uccidono 2,2 milioni di persone ogni anno, combinato con numerose altre malattie gravi, tra cui il tracoma – un’infezione agli occhi che porta alla cecità circa 1,5 milioni di individui l’anno.

L’OMS indica la minaccia alla sicurezza degli approvvigionamenti idrici già oggi estesa a più di tre quarti della popolazione mondiale, e gli scenari sul clima dei prossimi decenni esacerbano il rischio.

Incrementi delle temperature, precipitazioni meteoriche di maggior frequenza e gravità, con fenomeni sempre più difficilmente prevedibili, scioglimenti dei ghiacciai, drastiche alterazioni di portata e flusso dei corsi d’acqua, alterazioni nell’alimentazione dei corpi idrici sotterranei, sono fattori sinergici sempre più critici per la ricarica e l’inquinamento dei bacini (ad esempio a causa della proliferazione di alghe tossiche) e la sicurezza di sistemi idro-potabili, fognatura e depurazione.

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