Modello Sanità

Intervista a PierPaolo Vargiu, Presidente della Commissione Affari Sociali della Camera dei Deputati

PierPaolo Vargiu, medico radiologo, specializzato anche in medicina legale e odontostomatologia nonché master in Management delle Aziende Sanitarie di SDA Bocconi, è da due mesi il nuovo Presidente della Commissione Affari Sociali della Camera dei Deputati. SalutePiù lo ha incontrato per fare il punto sui temi che la commissione da lui presieduta si troverà ad affrontare nel prossimo futuro.

Onorevole Vargiu, quali sono gli ambiti su cui si focalizzerà nei prossimi mesi il lavoro della Commissione ?

Credo che questo debba essere un momento di grande concretezza per chi si occupa di politica sanitaria, quindi anche la commissione che ho l’onore di presiedere intende lavorare con questo spirito. Il primo dei problemi con cui il nostro paese si deve confrontare è quello della sostenibilità del welfare sanitario, in altre parole come si possono garantire prestazioni crescenti in termini di quantità e qualità ai pazienti in un quadro di risorse economiche che vanno restringendosi. Proprio per comprendere appieno la natura e la portata dei problemi che dobbiamo affrontare, abbiamo chiesto al Presidente della Commissione Bilancio Francesco Boccia di svolgere congiuntamente tra le due commissioni un’indagine sulla sostenibilità del sistema sanitario. Il fatto di muoversi congiuntamente è importante perché l’obiettivo è di unificare le prospettive tra la commissione che si occupa di risorse economiche e quella che si occupa di sanità. Il termine che prevediamo per la conclusione dell’indagine è il mese di settembre, in tempo per la discussione della legge di stabilità nell’ambito della quale contiamo di essere propositivi.

Quali sono gli elementi fondamentali che vi proponete di trarre da questa indagine ?

L’indagine è finalizzata fondamentalmente a mettere in mano ai decisori delle politiche sanitarie che siedono in Parlamento, delle informazioni condivise. Oggi uno dei problemi è che spesso anche nei decisori politici non vi è una piena consapevolezza dell’attuale organizzazione del sistema e delle su prospettive di breve, medio e lungo termine.

Uno dei temi più dibattuti nell’ambito sanitario è il cosiddetto “federalismo” il quale ha attribuito ampie competenze alle Regioni. Purtroppo, questo ha condotto, da un lato, a diversi livelli di efficienza dei sistemi sanitari regionali nell’erogare prestazioni ai cittadini e, dall’altro, a diverse normative e possibilità operative per quelle strutture sanitarie che operano nell’ambito della sanità privata e privata-accreditata. La Commissione opererà per modificare questa situazione e come ?

La Commissione può avere un’opinione in merito ma non può intervenire nello specifico in quanto il dettato del Titolo V della Costituzione crea una competenza concorrente per quanto attiene la sanità tra Stato e Regioni. Allo Stato sono attribuite alcune funzioni che sono quelle di coordinamento e di determinazione dei Livelli Essenziali di Assistenza mentre le Regioni sono autonome nel darsi il sistema di erogazione delle prestazioni che ritengono più adeguato rispetto alle loro esigenze. Quello che lei indica è però uno dei problemi principali oggi sul tappeto perché le differenze strutturali tra i sistemi fanno si che ci troviamo ad avere tanti sistemi regionali diversi più o meno quante sono le regioni e questi sistemi rispondono in maniera differente alle esigenze dei cittadini. Il cittadino non è però obbligato a servirsi del sistema sanitario della sua regione, ma è anzi libero di andare verso sistemi sanitari che gli garantiscano livelli di efficacia ed efficienza maggiori. Questo fatto però porta i sistemi sanitari più poveri ad impoverirsi ancora di più mentre i sistemi sanitari più performanti si ritrovano ad avere l’opportunità di migliorare ulteriormente le loro capacità. Tutto ciò rischia di creare sistemi sanitari a diverse velocità ed, a lungo andare, può impoverire in maniera preoccupante alcuni territori. Credo che il legislatore debba tenere tutto questo bene a mente, come penso che in realtà lo abbia, quando andrà alla rivisitazione dell’assetto strutturale del sistema.

Presidente Vargiu, noi sappiamo ormai che la prevenzione in medicina offre non solo la possibilità di salvare vite umane ma anche di ridurre la spesa sanitaria in funzione della riduzione dell’incidenza delle malattie. Dobbiamo attenderci nuove iniziative in questo campo?

Guardi, io credo di essere tra quelli che non ha la stessa convinzione che ha lei. Infatti, la prevenzione rappresenta un costo: è un obiettivo ma anche un costo del sistema perché facendo prevenzione si riducono le patologie e quindi si allunga la durata media della vita e dunque è poi necessario sopportare costi crescenti che sono quelli della cronicità. Però la prevenzione è finalizzata proprio all’obiettivo principe del sistema cioè quello di garantire maggior lunghezza della vita media nelle migliori qualità di vita possibile. E’ evidente che un sistema che è costantemente in affanno dal punto di vista finanziario, poi sposta le risorse che dovrebbero essere destinate all’unica componente del sistema che non ha risultati di breve periodo per utilizzarli all’interno della gestione corrente. In poche parole: credo che in tutti i piani sanitari regionali sia sottolineato che il 5% almeno delle risorse debba andare verso la prevenzione, poi credo anche però che nessuno riesca a mantenere questo 5% perché alla fine ci sono le esigenze operative a cui far fronte. Per cui diventa difficilissimo salvaguardare queste risorse che noi sappiamo benissimo quanto siano importanti ma che non dando risultati immediati vengono spese altrove.

Un’ultima domanda, la legislatura precedente ci ha lascito in eredità argomenti di significativa valenza etica per i quali è necessario definire un adeguato quadro normativo, penso alla fecondazione assistita ed al testamento biologico. Ritiene che questa legislatura porterà risultati conclusivi in  questi ambiti ?

Questi temi sono temi forti nella sensibilità del paese e quindi anche nella sensibilità dei componenti della commissione. Ovviamente, i temi della bioetica sono temi che suscitano dubbi e rischiano di scatenare rigidità contrapposte. La mia personale sensibilità è quindi quella di gestire questi argomenti con la grande attenzione e la cautela che temi in grado di dividere il paese richiedono poiché senza attenzione e cautela si rischia di dividere e non di raggiungere risultati concreti.

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Fabrizio Sciarretta

Laureato in Economia alla LUISS e Master in Business Administration della Carnegie Mellon University di Pittsburgh, Fabrizio Sciarretta ha dedicato i primi anni della sua attività professionale al giornalismo economico. Rientrato dagli Stati Uniti, ha operato per circa un ventennio nella consulenza di organizzazione e direzione aziendale, ricoprendo incarichi di top management in Italia per due multinazionali americane del settore. Ha poi scelto la strada dell’impresa e da alcuni anni è impegnato come imprenditore nel settore della sanità. E’ consigliere d’amministrazione di SanaRes, la prima rete d’imprese italiana nel comparto sanitario. Lion da sempre, è stato presidente fondatore del Lions Club Roma Quirinale. Nel 2008 ha abbandonato la Capitale in favore della Sabina, e non se ne è pentito affatto.