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Citomegalovirus: ora la data è precisa

Un test di laboratorio di ultima generazione – l’Immunoblot per citomegalovirus (test di conferma) –  consente di datare con precisione l’esordio della infezione da Citomegalovirus permettendo pertanto di escludere che la stessa si sia verificata dopo il concepimento. Ciò con precisione significativamente superiore al test di “avidità” delle IgG nel Citomegalovirus fin qui utilizzato.

Pertanto, in caso di presenza di IgG, l’Immunoblot per citomegalovirus si pone come test d’elezione per la datazione della infezione.

Com’è noto, il rischio di una trasmissione intrauterina del Cytomegalovirus (CMV) è molto più alto nelle donne che contraggono una infezione primaria da CMV dopo il concepimento rispetto a donne che hanno evidenza di una infezione con anticorpi circolanti per il CMV prima del concepimento.

In questo contesto i test di laboratorio sono importanti strumenti per la identificazione di una recente infezione primaria e per il trattamento della donna in gravidanza.

CMV e IgM: il problema del trascinamento

Le IgM per il Citomegalovirus sono uno marker sensibile di infezione primaria, ma uno strumento debole perché le IgM per CMV sono prodotte anche in caso di una riattivazione di una infezione precedente il concepimento, oppure si trascinano con una positività che permane nel tempo.

Citomegalovirus e IgG: l’importanza dell’Avidità

Studi condotti negli ultimi vent’anni hanno dimostrato in modo convincente che la avidità per le IgG è un test sia sensibile che specifico e pertanto indicato a distinguere le infezioni primarie da quelle che precedono abbondantemente il concepimento.

La avidità delle IgG è definita dalla forza di legame che lega l’IgG all’epitopo antigenico espresso da una data proteina.

Nel caso del Citomegalovirus tale forza matura gradualmente nei sei mesi che seguono l’infezione primaria. Un basso livello di “avidità” (IgG<0.8) è indice accurato di una infezione che si è sviluppata nel lasso di tempo del trimestre antecedente l’esame. Viceversa un’alta avidità (IgG>0.8) esclude che una infezione sia avvenuta nel trimestre precedente l’esame stesso.

Citomegalovirus: Immunoblot con antigeni ricombinanti

Una innovazione nella diagnostica di laboratorio è la Immunoblot per il CMV con antigeni ricombinanti per la rilevazione delle IgG e IgM dirette nei confronti del CMV determinandone l’avidità di legame.

Questo esame permette di verificare la presenza di anticorpi nei confronti di sei antigeni del CMV, ovvero IE1, p150, CM2, p65; gB1, gB2.

I primi quattro sono espressi nelle fasi recenti di una infezione, gli ultimi due sono glicoproteine di membrana che esprimono anticorpi solo dopo la sesta – ottava settimana dall’esordio della infezione. Il test consente, inoltre, lo studio delle avidità degli anticorpi IgG per i diversi antigeni del CMV permettendo in tal modo di datare con precisione l’esordio della infezione da CMV.

Pertanto, nelle conclusioni diagnostiche, in caso di presenza di IgG verrà suggerita la datazione della infezione attraverso il test di l’Immunoblot per citomegalovirus.

Oltre i confini della ostetricia la Immunoblot per il CMV consente infine di determinare una riattivazione di un CMV con le conseguenze cliniche che ne possono derivare in termini di immunosenescenza, riacutizzazioni di malattie croniche dell’apparato intestinale, innesco infettivo di malattie autoimmuni.

Gli antigeni del Citomegalovirus

Gli antigeni del Citomegalovirus valutati attraverso il test l’Immunoblot per citomegalovirus, presentano ciascuno le seguenti caratteristiche:

  • IE1 – Immediate Early antigen IE1: è una proteina non strutturale, fondamentale nelle primissime fasi dell’infezione dopo l’ingresso del virus nella cellula. Aiuta il virus ad evadere le difese dell’ospite. Il suo anticorpo è il primo a comparire
  • P 65: è una proteina del tegumento che permette il legame del virus alla cellula bersaglio. Gli anticorpi compaiono nel corso di una infezione acuta e/o in corso di replicazione virale
  • P 150: è una proteina del Tegumento, compare nelle fasi iniziali dell’infezione e il suo anticorpo si forma nelle prime settimane ed è l’ultimo a scomparire nel caso di risoluzione della infezione
  • CM 2: è una proteina non strutturale il cui anticorpo si presenta nelle fasi iniziali della infezione
  • GB1 e GB2: sono glicoproteine della capsula, esprimono anticorpi  in infezioni > 6-8 settimane.
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Guido Cimatti

Laureato in medicina e chirurgia alla Università Cattolica del Sacro Cuore dove si specializza in Patologia Clinica. Nei primi dieci anni di attività professionale è stato il coordinatore dell’ambulatorio di Oncologia pediatrica del Policlinico Gemelli Clinica Moscati. Dal 1990 al 2017 è stato direttore del Laboratorio di Analisi Cimatti in Roma E’ stato fra i fondatori del Tribunale per i diritti del malato dove ha presieduto il Collegio Giudicante che proclamò nel Giugno 1980 in piazza del Campidoglio la prima Carta per i diritti del Malato. Dall’Agosto 2017 è Direttore del Laboratorio Clinico Nomentano in Monterotondo