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Dermatite atopica: nuovi tessuti e farmaci biotecnologici

La dermatite atopica (o eczema atopico; in alcune aree geografiche; crosta lattea, quando inizia durante il primo anno di vita) è una patologia infiammatoria cutanea molto frequente.

I sintomi

Si manifesta essenzialmente come un eczema, ovvero con chiazze arrossate, piccole vescicole delle dimensioni di una capocchia di spillo, cute irritabile e secca, pruriginosa, tendenza alle recidive. La dermatite atopica può manifestarsi in forma lieve o anche grave, con prurito molto intenso, interessamento di gran parte della superficie cutanea e profonda alterazione della qualità della vita di questi pazienti, che si tratti di bambini o adulti.

Colpisce prevalentemente i bambini ed è in costante aumento. Si calcola che, nei paesi industrializzati, circa il 20% di tutti bambini ne sia affetto. Nella maggior parte dei casi va in remissione nei primi 5-7 anni di vita o entro l’adolescenza ma può protrarsi fino all’età adulta. Può anche aver inizio anche nella stessa età adulta.

Dermatite atopica: malattia infiammatoria sistemica

Recentemente sono stati pubblicati i risultati di studi, che indicano la dermatite atopica come malattia infiammatoria sistemica per la coesistenza, statisticamente significativa, di altre patologie (malattie infiammatorie intestinali, artrite reumatoide, depressione, disturbi cardiovascolari, diabete), in particolare nei soggetti adulti con dermatite atopica.

Dermatite atopica: cause

Nella dermatite atopica, l’alterazione della barriera cutanea (costituita dallo strato corneo dell’epidermide e dal cosiddetto film idrolipidico di protezione) è geneticamente determinata. Tale alterazione predispone ad un’anomala interazione tradermatite atopica itchy dermatitis cute e fattori ambientali, con conseguente abnorme risposta immunitaria, che innesca l’infiammazione cutanea.

E’ ormai chiaro – spiega il Prof. Fabio Ayala, Direttore della Clinica Dermatologica dell’Università Federico II di Napoli e Presidente Onorario 92° Congresso SIDeMaST – che nella pelle del paziente atopico si producono numerose interleuchine (IL), di cui alcune (IL-4 e IL-13) possono spiegare sia l’infiammazione e il prurito, sia la particolare suscettibilità alle infezioni di questi pazienti, in quanto inibiscono la produzione dei peptidi antimicrobici, sistema complesso primordiale di difesa dell’essere umano dalle infezioni”.

Recentemente, fra i fattori causali della dermatite atopica, è stato dimostrato anche il coinvolgimento di particolari globuli bianchi, i linfociti Th17, i cui livelli altalenanti anche contribuirebbero all’infiammazione e alla difesa dalle infezioni.

Le terapie

Data la natura infiammatoria della dermatite atopica – spiega il Prof. Fabio Ayala, Direttore della Clinica Dermatologica dell’Università Federico II di Napoli e Presidente Onorario 92° Congresso SIDeMaST – è buona norma ricorrere a trattamenti locali con antinfiammatori-immunomodulanti (cortisonici, tacrolimus, pimecrolimus, etc) oltre ad emollienti e idratanti, le cui formulazioni moderne si avvicinano molto alla composizione dei normali grassi (lipidi) cutanei, che risultano alterati in gran parte dei pazienti”.

In caso di prurito molto intenso ed interessamento di gran parte della superficie cutanea è necessario far ricorso a trattamenti generali (esposizione a lampade che emettono radiazioni ultraviolette UV, cortisonici per via generale, ciclosporina), che possono durare anche mesi.

Le sorgenti artificiali di UV non sono quelle disponibili presso i comuni centri estetici o abbronzanti ma devono rispondere a determinate caratteristiche di sicurezza ed efficacia, e devono essere utilizzate sotto stretto controllo medico. Oggi si utilizzano soprattutto sorgenti di NB-UVB (cosiddetto UVB a banda stretta; NB= narrow band) e di UVA1.

Dermatite atopica: nuovi tessuti e farmaci biotecnologici

Nella prevenzione delle frequenti recidive i nuovi tessuti occupano un importante posto. Per anni il cotone è stato considerato l’unico tessuto confortevole per i problemi dei pazienti atopici. Oggi possono essere utilizzati nuovi tessuti e fibre (seta privata della sericina, polipropilene, fibre con ioni d’argento; ma anche cuciture ed etichette esterne) sia nelle fasi acute sia in quelle croniche, contribuendo in maniera significativa a ridurre la sensibilità e l’irritabilità della pelle dell’atopico.

Infine, in un futuro ormai molto prossimo, sarà possibile ricorrere a farmaci bio(tecno)logici, estremamente selettivi e capaci di interferire con i principali mediatori dell’infiammazione della dermatite atopica.

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