Fertilità

Fecondazione Eterologa: adesso si può !

Raramente una legge italiana è stata ridotta “a brandelli” a colpi di sentenze di tribunali in tal modo! Evidentemente la legge 40/04, così come varata, era troppo restrittiva , contraddittoria e lesiva nel  diritto di uguaglianza dei cittadini. Nata per regolamentare un’attività medica specializzata che necessita dell’applicazione di alta tecnologia, che fino al 2004 era percepita come un “far west”, la legge 40/04 ha voluto imprimere una svolta storica.

La Legge 40/2004 e la procreazione medicalmente assistita

La diagnosi e le cure dell’infertilità di coppia mediante l’applicazione delle tecniche di fecondazione assistita è stata capillarmente e dettagliatamente codificata, prescrivendo in ogni minimo passaggio cosa il medico responsabile doveva o poteva fare. E’ sembrato in tal modo che si fosse  posto rimedio al vuoto legislativo fino ad allora esistito. La legge però è stata fortemente permeata da principi moralistici i quali, ritenendo fondamentale e prioritario la salvaguardia, in ogni sua forma, dell’embrione prodotto in vitro, ha conseguentemente orientato tutti gli articoli della legge, con relativi divieti e sanzioni. Nella sua stesura, la legge 40/2004, impeddiva la fecondazione eterologa.

Già dal mese successivo alla sua entrata in vigore, una coppia è ricorsa al giudizio di un tribunale  poiché riteneva che legge la privava del diritto alla salute, in quanto cittadini italiani! Nel frattempo, si è generato un clima di frustrazione e di ansie sia tra i pazienti che tra operatori del settore poiché non sempre si potevano effettuare i trattamenti medici di fecondazione assistita secondo i principi di efficacia dettati dalle linee guida internazionali, al pari degli altri Paesi Europei.

In conseguenza si è amplificato enormemente il fenomeno della fuga all’estero delle coppie infertili  – il cosiddetto Turismo Procreativo –  verso Paesi Europei dove alcune tecniche di fecondazione assistita (eterologa ma anche congelamento embrionario e diagnosi genetico embrionale) sono normate secondo i criteri scientifici internazionalmente riconosciuti come efficaci. Decine di migliaia di coppie – cittadini italiani – si sono affidati alle cure di centri esteri per poter avere figli, 4000 certe solo nel 2011.

Contemporaneamente però in Italia ben 30 volte cittadini e associazioni di pazienti sono ricorsi al giudizio di Tribunali i quali spesso si sono rivolti alla Corte Costituzionale- o alla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo per poter aver riconosciuto il diritto alla salute e alla uguaglianza di cittadini. Molto spesso le sentenze hanno riconosciuto lesi i diritti dei cittadini richiedenti emettendo delle Ordinanze che autorizzavano a procedere, nei singoli casi esaminati, in deroga alla legge 40/04. Inoltre, il 1 aprile 2009  e 8 marzo 2010 la Corte Costituzionale ha dichiarato incostituzionali alcune parti della legge 40/04 restituendo di fatto “discrezionalità” al medico, riconoscendo che  “In materia di pratica terapeutica, la regola di fondo deve essere la autonomia e la responsabilità del medico, che, con il consenso del paziente, opera le necessarie scelte professionali”. E ancora: “Un intervento sul merito delle scelte terapeutiche, in relazione alla loro appropriatezza, non può nascere da valutazioni di pura discrezionalità politica del legislatore”, scrivono i giudici costituzionali.

Fecondazione eterologa: la sentenza della Corte Costituzionale

L’ultima sentenza è recentissima, 9 aprile 2014, con la quale la Corte Costituzionale ha dichiarato incostituzionale il divieto di fecondazione eterologa medicalmente assistita. Laddove per fecondazione eterologa assistita si intende l’utilizzo di gameti – uova o seme – esterni alla coppia, ossia da donazione, controllata ma anonima.

Il 10 giugno sono state rese note le motivazioni della sentenza 162 tra le cui riflessioni principali si legge che “La determinazione di avere o meno un figlio, anche per la coppia assolutamente sterile o infertile, concernendo la sfera più intima e intangibile della persona umana, non può che essere incoercibile, qualora non vulneri altri valori costituzionali”.  Altre due motivazioni sono fondamentali per questa sentenza. Una è quella che riconosce come la legge 40 realizzi “un ingiustificato, diverso trattamento delle coppie affette dalla più grave patologia”, ossia si riconosce e regolamenta il diritto di ricorrere alle tecniche di fecondazione assistita alle coppie infertili ma non a quelle francamente sterili ossia con l’impossibilità di uno dei partner a poter contribuire con i propri gameti – uova o seme- alla fecondazione assistita. L’altra motivazione nasce dalla semplice constatazione dell’ingravescente boom del turismo procreativo : il  divieto ha prodotto anche una “discriminazione di natura economica” perché le coppie che hanno potuto permetterselo sono andate a fare la fecondazione eterologa all’estero. Nell’attesa dettagliata delle motivazioni, molti “addetti ai lavori” temevano che l’aspetto applicativo della sentenza potesse risultare poco chiaro ma la Consulta è stata cristallina : “non c’è nessun vuoto normativo” e quindi non è necessario nessun intervento legislativo ( che rimetterebbe in piedi divieti e paletti),poiché il divieto di commercializzazione dei gameti  è previsto nella legge 40 e altri aspetti normativi circa la donazione di tessuti o cellule sono già ampiamente regolamentati in altre leggi già esistenti. Restano le linee guida – osserva la Corte – che, come previsto dalla legge 40, il legislatore può provvedere ad aggiornare, indicando per esempio il numero massimo di donazioni previste.

E’ fatta, dunque: si applicherà la fecondazione eterologa, il giorno dopo la pubblicazione della sentenza 162 sulla gazzetta ufficiale !

Clicca qui di seguito per vedere il VIDEO – Difesa Fertilità e Procreazione Assistita – Andrea Borini

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manuelasteffe@laboratorionomentano.it'

Manuela Steffe

Medico, specialista in Ostetricia e Ginecologia, da venti anni svolge la sua attività principale nell’ambito dell’infertilità, della diagnosi alle terapie di 1° e di 2° livello. Co-autrice di 27 lavori originali pubblicati su riviste nazionali ed internazionali. Ha partecipato, quale relatrice, ad 11 congressi presentando lavori originali, tutti di interesse osterico- ginecologico.