Neurologia

Imprevisti: il cervello si organizza da solo per affrontarli

Il cervello non ha bisogno della nostra consapevolezza per programmare le azioni sugli oggetti che ci circondano. Infatti, anche quando uno stimolo visivo non giunge alla nostra percezione cosciente – e non ne siamo quindi consapevoli – il nostro cervello non solo lo elabora ma, laddove la forma dell’oggetto osservato lo consente, codifica le azioni motorie che possono essere compiute su di esso.

Scopo di questo meccanismo adattativo potrebbe essere quello di mantenerci pronti ad agire in modo repentino ed efficace alle sollecitazioni dell’ambiente, se ce ne fosse la necessità.

È quanto scoperto dai ricercatori della Divisione di Neuroscienze e dell’Unità di Neuroradiologia dell’IRCCS Ospedale San Raffaele e dell’Università Vita-Salute San Raffaele. Lo studio è stato pubblicato sulla rivista The Journal of Neuroscience.

Questo studio ci ha permesso di superare teorie neurocognitive precedenti secondo cui i meccanismi di codifica visivo-motoria degli oggetti che ci circondano si attivano solo in stato di consapevolezza. Al contrario, tale sistema è in funzione nel nostro cervello anche in modo inconscio, dotandoci di un meccanismo molto efficiente per monitorare l’ambiente e reagire alle sue sollecitazioni” conclude Daniela Perani, professore della Facoltà di Psicologia all’Università Vita-Salute San Raffaele.

cervello gestione imprevisti
Il riquadro illustra la tecnica utilizzata dai ricercatori (Continuous Flash Suppression): ai soggetti coinvolti, che indossano un paio di occhiali 3D, viene mostrato un oggetto mascherato da motivi (Mondrian mask) che lo rendono invisibile a livello cosciente. Nella pratica, l’occhio sinistro percepisce i motivi appena menzionati, mentre l’occhio destro percepisce l’oggetto. Il risultato è una visione inconscia, “mascherata”, dell’oggetto. Il riquadro a destra, invece, mostra quali regioni del cervello si attivano durante l’esperimento.

I ricercatori si sono avvalsi della risonanza magnetica funzionale per localizzare con precisione le strutture cerebrali attivate da un determinato stimolo. Ricerche precedenti avevano già evidenziato come nelle regioni frontali e parietali vi fossero dei neuroni che si attivano sia quando compiamo un’azione su un oggetto (per esempio afferriamo una tazza) sia quando ci limitiamo a osservarlo. I ricercatori del San Raffaele hanno fatto un passo avanti: hanno compreso che anche quando le informazioni visive non sono percepite in modo consapevole, il cervello risponde automaticamente con l’attivazione delle regioni frontali e parietali, che programmano le nostre azioni verso gli oggetti e quindi i possibili movimenti che potremmo compiere su di essi.

Per far sì che i partecipanti allo studio – 24 volontari sani – non fossero consapevoli delle immagini a loro presentate, gli scienziati hanno utilizzato una tecnica chiamata Continuous Flash Suppression. In sostanza, ai soggetti vengono mostrate immagini di oggetti mascherate da motivi che le rendono invisibili a livello cosciente, simili ai quadri del celebre pittore astrattista Piet Mondrian (in gergo vengono definiti proprio Mondrian masks).

Malgrado la percezione degli oggetti non fosse consapevole, la risonanza magnetica funzionale ha rilevato una risposta neurale consistente nel circuito che codifica gli stimoli visivi ed elabora una conseguente risposta motoria – spiega Marco Tettamanti, ricercatore dell’Unità Neuroimmagine molecolare e strutturale in vivo nell’uomo e primo autore dello studio – il lavoro, inoltre, ci ha permesso di capire che questa attivazione visivo-motoria inconscia avviene solo per gli oggetti manipolabili (tazza, martello, telefono), non per quelli non manipolabili (edificio, tavolo, poltrona). Abbiamo dimostrato per la prima volta che percezione visiva, azione motoria e significato degli oggetti sono strettamente connessi a livello cerebrale anche in modo inconscio, dando luogo a una cognizione del nostro corpo in relazione con l’ambiente che è parte costitutiva del nostro cervello. Analizziamo costantemente l’ambiente che ci circonda attraverso i nostri sensi anche in modo inconsapevole, per essere sempre pronti a interagire con esso”.

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