Le Interviste

Intervista alla Preside Professoressa Sonia Foli

Istituto di Istruzione Superiore Adriano Petrocchi: intervista con la Preside, Professoressa Sonia Foli

Professoressa Foli, si è appena concluso il suo primo anno come Preside dell’IIS “Adriano Petrocchi”, che bilancio ne fa ?

Certamente un bilancio molto positivo sia per me come esperienza professionale che, spero, per i risultati raggiunti dall’Istituto in termini di formazione degli studenti. Gli elementi distintivi sui quali ho cercato di caratterizzare questo mio primo anno al Petrocchi sono stati una forte impronta pratica dell’insegnamento, anche attraverso una significativa attività di laboratorio e l’apertura verso il territorio in cui la scuola opera che è fonte di stimoli continui e consente di comprendere le reali opportunità professionali che potranno esservi per i nostri studenti ed orientare l’attività didattica verso le esigenze del mondo del lavoro. Se guardo all’andamento delle iscrizione del prossimo anno scolastico, debbo ritenere che queste scelte abbiano premiato: avremo in tutto trenta classi di cui 7 prime, dunque l’interesse per la nostra offerta formativa è significativo.

Ci spiega meglio in cosa consiste l’attività di laboratorio ?

Certamente, dobbiamo però partire dal dire come si articola il nostro corso di studi. L’Istituto ospita infatti due distinti percorsi, l’Istituto Tecnico Commerciale, quello che un tempo, per capirci, si chiamava “Ragioneria” e l’Istituto Professionale con indirizzo Servizi per l’Enograstonomia e l’Ospitalità Alberghiera, che un tempo avremmo chiamato più semplicemente Istituto Alberghiero. Gli studenti di quest’ultimo possono poi optare tra tre indirizzi: Cucina, ovvero i futuri Chef; Sala, ovvero i futuri Convivier; e Ricevimento, ovvero i Receptionist. Detto questo, appare chiaro come sia necessario organizzare attività di laboratorio specifiche per ciascun indirizzo e farlo con modalità tali da far sì che vi sia un apprendimento che permetta di entrare nel mondo del lavoro già pronti all’uso. Così, ciascuno studente del terzo anno, l’anno della qualifica, frequenta per 16 ore a settimana il laboratorio specifico per il suo corso di studi a cui vanno aggiunti i laboratori multimediali: lingue, scienze, con due lavagne interattive anche se puntiamo a dotare ogni classe di questo strumento. Vorrei anche sottolineare come la gestione dei laboratori sia per la scuola un impegno economico molto importante: non potremmo farcela se non fosse per i contributi che le famiglie degli studenti versano al momento dell’iscrizione.

Il concetto di una scuola che dia quelle capacità pratiche essenziali per l’inserimento nel mondo del lavoro è sempre stato un elemento un po’ sofferto per il nostro sistema scolastico …

Forse è un elemento sofferto, ma è anche imprescindibile. Infatti, per il nostro Istituto, oltre ai laboratori, anche l’alternanza scuola-lavoro è essenziale. i nostri ragazzi fanno ogni anno tre settimane full immersion in strutture a 4 o 5 stelle dove lavorano a tutti gli effetti. Poi ci sono quelli che chiamiamo eventi speciali: in una decina di occasioni all’anno organizziamo eventi in collaborazione con associazioni ed amministrazioni locali sia nei locali della scuola che fuori

Ma poi, nella pratica, qual è il riscontro che i suoi studenti hanno nel mondo del lavoro ?

E’ senz’altro di soddisfazione, sia per chi ha frequentato, per dirla con le vecchie dizioni, l’ alberghiero che la ragioneria. Sono due indirizzi di studio che trovano ampi spazi di inserimento nel mondo del lavoro, anche nella nostra zona. Il fatto di aver maturato esperienze pratiche, di essere in grado di dare un contributo fin da subito, fanno la differenza.

Professoressa Foli, lei ha istituito quest’anno un nuovo organismo, il Comitato Tecnico-Scientifico, immagino vada anch’esso nella direzione di avvicinare scuola e società ?

E già, la direzione è esattamente quella. Si tratta di un organismo che si affianca al Consiglio d’Istituto ed al Collegio dei Docenti. L’abbiamo voluto per strutturare i rapporti con enti esterni di alto livello e raccogliere il loro contributo per la crescita dell’istituto. Fanno parte del Comitato i presidenti dell’Associazione Italiana Maitres, dell’Associazione Direttori d’Albergo e dell’Associazione Italiana Sommelier, il segretario dell’Associazione Italiana Cuochi e rappresentanti delle istituzioni e dell’economia locale.

Torna il leit-motiv della “vicinanza” al territorio ..

Si, le iniziative sono molteplici. Già quest’anno abbiamo effettuato corsi di formazione aperti a tutti coloro che vi fossero interessati, non necessariamente ai soli studenti,  ma per l’anno prossimo il programma sarà ancora più articolato, terremo corsi di specializzazione della durata di 20 ore sia per la cucina che per la pasticceria e la lavorazione del cioccolato. In collaborazione con l’Associazione Italiana Sommelier, che ha posto presso l’Istituto una sua sede, abbiamo avviato un corso per Sommelier Professionisti. C’è però un’altra considerazione che vorrei fare: la scelta del nostro istituto non è solo quella di essere fortemente legati ed aperti al territorio in cui operiamo ma, ancor di più, di essere aperti all’accoglienza e all’integrazione. In Italia, il 95% dei ragazzi diversamente abili sceglie di frequentare un istituto professionale: nel prossimo anno scolastico, al Petrocchi, gli alunni “speciali” saranno 54 su 700 e l’integrazione sarà possibile  grazie ad un corpo docente particolarmente attento e dedicato non solo in classe ma anche in iniziative specifiche. Ad esempio, il laboratorio di cucina destinato ai nostri alunni diversamente abili che si è tenuto un pomeriggio a settimana, oppure al progetto “Special Olympics”, un programma di competizioni per ragazzi a cui partecipano anche alunni con disabilità. Naturalmente l’impegno e la professionalità vanno riconosciuti a tutto il personale della scuola  e grazie a questo posso guardare al prossimo anno con nuove idee ed entusiasmo.

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Fabrizio Sciarretta

Laureato in Economia alla LUISS e Master in Business Administration della Carnegie Mellon University di Pittsburgh, Fabrizio Sciarretta ha dedicato i primi anni della sua attività professionale al giornalismo economico. Rientrato dagli Stati Uniti, ha operato per circa un ventennio nella consulenza di organizzazione e direzione aziendale, ricoprendo incarichi di top management in Italia per due multinazionali americane del settore. Ha poi scelto la strada dell’impresa e da alcuni anni è impegnato come imprenditore nel settore della sanità. E’ consigliere d’amministrazione di SanaRes, la prima rete d’imprese italiana nel comparto sanitario. Lion da sempre, è stato presidente fondatore del Lions Club Roma Quirinale. Nel 2008 ha abbandonato la Capitale in favore della Sabina, e non se ne è pentito affatto.