Cuore

Prolasso Mitralico: quando il cuore fa click

Il flusso del sangue all’interno del cuore è regolato da un sistema di valvole (quattro in tutto) che collegano tra loro atri e ventricoli e questi ultimi con l’aorta e con l’arteria polmonare. I ventricoli funzionano come due pompe e, ricevuto il sangue attraverso gli atri, hanno il compito di immetterlo nel sistema circolatorio.

Le valvole cardiache possono presentare delle patologie loro specifiche, dette anche “valvulopatie”: il prolasso della valvola mitrale è la più frequente tra le valvulopatie, soprattutto in età giovanile. Si riscontra in circa il 5% della popolazione generale, ma i dati sulla prevalenza sono controversi. Secondo alcuni autori, infatti,  i tassi di prevalenza variano dal 5% al 15%, altri invece, parlano di tassi che non superano l’1-2%. Di certo è che il prolasso mitralico sembra essere più frequente nella popolazione femminile nella quale si osservano due picchi di prevalenza, intorno ai 30 e ai 50 anni di età. Nei soggetti maschi il picco di prevalenza invece è attorno ai 20 anni e tende a decrescere man mano che l’età anagrafica aumenta. Si è osservato inoltre che il prolasso mitralico è più frequente nei soggetti longilinei; in diversi casi si l’alterazione in questione è presente in diversi membri della stessa famiglia.

Cos’è il prolasso mitralico ?

Iniziamo con una definizione generale. Secondo l’Enciclopedia Treccani, il prolasso è l’ “abbassamento di un organo attraverso un canale o un orifizio naturali, fino alla sua fuoriuscita all’esterno”.

Nel nostro caso, la definizione di prolasso mitralico è stata oggetto di numerose discussioni fra i vari autori che non sempre si sono trovati d’accordo. In base all’orientamento generale attuale si definisce il prolasso mitralico come “il dislocamento superiore o la protrusione di uno o entrambi i lembi mitralici in atrio sinistro durante la sistole (cioè quando il cuore si contrae), causato da anomalie strutturali dell’apparato mitralico“. L’entità della protrusione e l’alterazione della dinamica dei lembi che ne consegue può variare da lieve o grave e può causare rigurgito valvolare. prolasso mitralico

Per cercare di capire meglio qual è il problema relativo a questa alterazione valvolare è opportuno ricordare che i ventricoli cardiaci hanno una valvola di afflusso e una di efflusso; queste valvole servono a far sì che tutto il sangue scorra in un’unica direzione. La valvola di afflusso al ventricolo sinistro è la Valvola Mitrale che deve il suo nome alla sua forma, simile a quella di una mitra da vescovo, formata cioè da due lembi. Quando questi lembi si chiudono, impediscono al sangue defluito in ventricolo sinistro di tornare indietro. Nelle valvole prolassanti, invece, uno o più lembi, durante la contrazione cardiaca, risale indietro rispetto al piano valvolare e questa non perfetta chiusura fa si che una parte del sangue (il quale dovrebbe passare tutto da atrio a ventricolo) rigurgiti in atrio sinistro.

In molti casi il prolasso mitralico è un reperto ecografico occasionale che non si associa ad alcuna sintomatologia; è evenienza abbastanza rara che tale valvulopatia comporti alterazioni cardiache di una certa importanza.

I sintomi del prolasso mitralico

Il prolasso mitralico è solitamente asintomatico e la sua scoperta avviene casualmente durante controlli medici effettuati per altre ragioni.

Se presente, la sintomatologia può essere varia; in particolar modo nei soggetti più giovani si possono riscontrare irregolarità del battito cardiaco (extrasistolia), dolenzia toracica, tachicardia, palpitazioni, affanno, debolezza, facile affaticabilità, sindromi ansiose e attacchi di panico.

Nella stragrande maggioranza dei casi il prolasso mitralico non comporta particolari conseguenze e viene pertanto considerato un’anomalia benigna o addirittura una caratteristica fisica della valvola che non incide in alcun modo sulla qualità della vita del soggetto. In caso di prolasso mitralico di lieve entità, per esempio, nemmeno la pratica di sport a livello agonistico viene preclusa. Le cose cambiano qualora il prolasso mitralico si associ a insufficienza valvolare di una certa gravità. Spesso l’incontinenza valvolare è inizialmente di grado lieve, ma può progredire nel tempo. L’aumento della quota di sangue che risale in atrio sinistro determina, negli anni, un aumento della pressione all’interno di questa camera cardiaca con conseguente aumento progressivo del volume atriale. Lo stiramento che si verifica sulla sua struttura muscolare dell’atrio può essere causa di irritazione del sistema elettrico cardiaco con potenziali conseguenze aritmiche (p.es. fibrillazione atriale).

Oltre al rigurgito valvolare associato a questa valvulopatia, occorre citare e sottolineare l’importanza della conseguenza potenzialmente più pericolosa del prolasso valvolare mitralico. I lembi di queste valvole, infatti, sono costituiti da tessuto connettivo alterato rispetto a quello delle valvole normali. Queste alterazioni del connettivo rendono queste valvole particolarmente predisposte alla degenerazione (sclerosi, calcificazione) e all’attecchimento di batteri che dovessero penetrare nella circolazione sanguigna (p.es. in occasione di piccoli interventi di chirurgia cutanea oppure odontoiatrica).

Come si fa la diagnosi di prolasso mitralico ?

Il sospetto di prolasso mitralico può essere posto dal medico curante o dal cardiologo durante un esame obiettivo; all’auscultazione è possibile apprezzare un caratteristico suono (il cosiddetto click) e/o un soffio telesistolico (ovvero nella fase finale della sistole). La conferma del sospetto diagnostico si ha con  l’ecocardiogramma color/Doppler; questa metodica consente la perfetta visualizzazione dell’anomalia valvolare e permette di stabilire il grado di insufficienza della valvola. L’ecografia cardiaca consente la visualizzazione dei lembi valvolari, il loro movimento, l’eventuale spostamento di uno o entrambi i lembi mitralici verso l’atrio sinistro durante la fase di contrazione cardiaca, la quantità di sangue che rigugita in atrio sinistro. Nel caso venga diagnosticato un prolasso della valvola mitrale è consigliabile che i familiari consanguinei del soggetto affetto dall’anomalia si sottopongano a una visita cardiologica ed un ecocardiogramma C/D allo scopo di evidenziare precocemente l’eventuale presenza dell’anomalia in questione.

Come si cura il prolasso mitralico ?

Nella stragrande maggioranza dei casi di prolasso mitralico non è necessaria alcuna terapia, anche se è opportuno sottoporsi a periodici controlli al fine di monitorare la progressione della malattia ed il grado di insufficienza. Nel caso non siano presenti patologie associate, il rischio di problemi futuri è da considerarsi molto basso.

Nei soggetti portatori di prolasso mitralico in cui l’insufficienza valvolare è di una certa rilevanza si ha un aumento del rischio di processi infettivi a carico della valvola (endocardite) e, in tal caso, può rendersi necessario un intervento profilattico a base di antibiotici qualora il paziente si dovesse sottoporre a interventi chirurgici o strumentali oppure a cure odontoiatriche.

Nel caso in cui l’insufficienza valvolare sia particolarmente severa potrà rendersi necessario un intervento di tipo cardiochirurgico con il quale si provvederà alla riparazione dell’anomalia.

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antoniosaponaro@laboratorionomentano.it'

Antonio Saponaro

Il dottor Antonio Saponaro si è laureato in Medicina e Chirurgia presso l’Università di Roma “Tor Vergata” e specializzazato in Cardiologia presso la seconda Facoltà di Medicina dell’Università “Sapienza” di Roma. E’ in servizio presso il reparto di cardiologia del Policlinico Militare “Celio”. Svolge la sua attività professionale presso il Poliambulatorio Specialistico Nomentano ed in altri ambulatori romani. Ha al suo attivo alcune pubblicazioni sul Giornale di Medicina Militare e su Minerva Cardiologica.