Torna lo sci: attenti alle mani
E’ arrivato l’inverno e molti di noi hanno ripreso la pratica dello sport molto amato e atteso per tanti mesi: lo sci.
Come molti sanno si tratta di uno sport praticato da un elevatissimo numero di persone, in condizioni climatiche del tutto diverse da giornata a giornata e pertanto talvolta in situazioni meteorologiche negative. Inoltre, spesso, senza che si sia portato avanti un adeguato e preventivo programma di allenamento muscolare che consenta di affrontare le difficoltà che si possono incontrare in discese magari più difficili di quanto previsto. In questo breve scritto vorrei focalizzare l’attenzione sui problemi che possono interessare le nostre mani.
Sciare stando attenti al pollice !
Forse non tutti sanno che la scorretta impugnatura dei bastoncini può causare lesioni importanti a livello del pollice danneggiando il legamento collaterale ulnare dell’articolazione metacarpofalangea, cioè il legamento che tiene unite e dà stabilità all’ultimo ossicino del palmo della mano e alla prima falange del dito, consentendo al pollice di eseguire una presa stabile e forte. Essa si verifica molto spesso quando il pollice rimane intrappolato nel cinturino della racchetta.
La lesione e’ il prodotto di una caduta sulla mano aperta che tiene il bastoncino da sci e produce una forzata apertura del dito. Nei casi più comuni si tratta di una lacerazione parziale del legamento che guarisce in maniera adeguata immobilizzando il pollice per tre settimane in una stecca metallica od in tutore ortopedico facilmente reperibile in commercio.
Nel caso, invece, in cui il legamento sia completamente rotto e sia quindi responsabile di una “lassità dell’articolazione” si deve procedere alla sua riparazione diretta mediante sutura o alla sua reinserzione sulla base della falange del pollice introducendo in quest’ultima una piccola ancoretta da sutura.
Al termine dell’intervento si immobilizza il dito in un tutore, che consente dopo le prime due settimane di cominciare gli esercizi di mobilizzazione al fine di evitare noiose rigidità articolari e di poter rapidamente riprendere adeguatamente “protetti” l’amata attività sportiva.
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