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Tumore del seno: che c’entra il microbiota?

La composizione della flora batterica che si annida nel tessuto delle mammelle potrebbe avere un ruolo nel predisporre certe donne al cancro del seno. In futuro questa conoscenza potrebbe portare alla messa a punto di un test di rischio per questo tumore.

Inoltre, ulteriori studi sull’asse intestino-mammella potrebbero permetterci di individuare possibilità di prevenzione del tumore al seno attraverso la correzione degli stili di vita.

La scoperta è frutto di uno studio condotto da Policlinico Universitario Gemelli e Università della Tuscia e pubblicato sulla rivista Scientific Reports.

Oncobiotica: dal microbiota l’iperattivazione del sistema immunitario

Lo studio si inserisce in un nuovo filone di ricerca in ambito oncologico battezzato “oncobiotica”, un campo che di recente ha dimostrato il ruolo di disfunzioni della flora batterica intestinale (microbiota) in numerose malattie non solo del tratto digerente. L’idea emergente è che la “disbiosi” (un’alterata composizione delle varie popolazioni batteriche, non più armonicamente rappresentate all’interno del microbiota) possa condizionare non soltanto l’infiammazione locale intestinale, ma anche quella sistemica, attraverso una l’iperattivazione del sistema immunitario.

Peraltro – rileva il dottor Stefano Magno, responsabile del Servizio di Terapie Integrate del Centro di Senologia del Policlinico Gemelli – l’intestino sembra collegato direttamente alla mammella mediante un ‘asse’ ancora in fase di studio, che potrebbe essere alla base di un correlazione tra disfunzioni del microbiota intestinale e della mammella (parliamo del parenchima ghiandolare, non della cute)“.

Inoltre, diversi studi recenti hanno evidenziato la presenza di disbiosi nel microbiota del seno di donne con tumore, ma non di donne sane.

Questo dato – continua il dottor Magno – potrebbe finalmente spiegare la correlazione già accertata tra almeno il 40% dei casi di tumore del seno, la sedentarietà e un’alimentazione non corretta”.

Lo studio

Nello studio sono state arruolate 16 pazienti con tumore del seno in trattamento nel Policlinico Gemelli e sono state raccolti, mediante agobiopsie e biopsie chirurgiche, 38 campioni sia di tessuto sano sia tumorale, successivamente analizzati e confrontati tra di loro dai ricercatori dell’Università della Tuscia.

È emerso che tra tessuto sano e tumorale di ogni singola paziente non sembrano esserci differenze significative nelle popolazioni microbiche, il che fa pensare che la trasformazione tumorale non modifichi il profilo microbiotico ma che, al contrario, il microbiota possa essere predisponente alla trasformazione neoplastica.

Lo studio ha dimostrato anche che l’agobiopsia, rispetto alla biopsia chirurgica, è altrettanto affidabile nel rilevare il microbiota mammario; inoltre, per la prima volta è stato analizzato il microbiota mammario di una popolazione mediterranea di pazienti.

L’asse intestino-mammella: che ruolo gioca?

“Il prossimo passo – conclude il dottor Magno – sarà studiare l’asse intestino-mammella, per capire la sua struttura, il suo ruolo biologico e verificare se c’è una corrispondenza tra una disbiosi intestinale e quella del seno. L’importanza clinica di questa osservazione nasce dalla considerazione che entrambe le condizioni disbiotiche sarebbero correggibili attraverso stili di vita adeguati”.

Prevenire il tumore al seno con stili di vita corretti

L’ipotesi su cui stiamo lavorando in modo collaborativo – sottolinea il professor Riccardo Masetti, Direttore del Centro di Senologia del Policlinico Universitario A. Gemelli IRCCS – è che, attraverso stili di vita corretti (sana alimentazione, attività fisica, uso corretto di antibiotici e altri agenti farmacologici e non, eventuale integrazione mirata di probiotici) sia possibile favorire il riequilibrio del microbiota con conseguente riduzione del rischio di trasformazione tumorale, prevenendo così almeno un 30-40% dei casi di cancro del seno”.

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