Modello Sanità

Valerio Fabio Alberti: è necessario arrivare a un sistema che premi la qualità

Valerio Fabio Alberti è presidente di FIASO – la Federazione delle Aziende Sanitarie e Ospedaliere – la quale ha tra i suoi obiettivi fondanti lo sviluppo del sistema pubblico di assistenza sanitaria e la promozione di un modello di gestione aziendale basato sui principi di autonomia e responsabilità. SalutePiù lo ha incontrato per conoscere le proposte FIASO per gli assetti futuri del nostro Sistema Sanitario Nazionale.

Dottor Alberti, la Federazione delle Aziende Sanitarie e Ospedaliere, ha da diverso tempo presentato diverse proposte per una riprogettazione delle modalità di funzionamento del Sistema Sanitario Nazionale che ne garantisca la sostenibilità di lungo termine. Ce ne può tracciare un quadro d’insieme?

In questi mesi abbiamo ragionato e formulato le nostre proposte su diversi piani. Innanzitutto quello finanziario: in questo caso osserviamo come un ulteriore definanziamento del sistema potrebbe portare ad una sua complessiva mancanza di tenuta riducendo in modo drammatico gli standard assistenziali. Del resto, il livello di finanziamento della sanità pubblica italiana è inferiore ad altri paesi europei a noi omologhi ed inoltre è anche cresciuto meno di quanto non sia avvenuto in queste nazioni. Un secondo aspetto è quello dell’aziendalizzazione. Senza ripercorrerne tutta la storia, bisogna dire che se la trasformazione delle vecchie Usl in Aziende non ha portato completamente i frutti attesi è perché via, via sono state inserite sempre più limitazioni all’autonomia di gestione dei manager. Probabilmente per interessi impropri della politica. Per questo è necessario migliorare la qualità, del management attraverso criteri più severi di selezione, nella convinzione che un manager più autorevole è anche più autonomo dalle intromissioni indebite della politica nella gestione sanitaria e fonte di maggiori garanzie sia sul fronte del governo dei costi che della qualità dell’assistenza.

Proprio in questi giorni avete avviato uno studio per valutare le migliori modalità per l’allocazione delle risorse finanziarie all’interno del sistema sanitario. E’ possibile utilizzare la leva dell’erogazione dei finanziamenti per indurre comportamenti virtuosi? In che modo?

Non possiamo pensare che il nostro sistema sanitario possa progredire trattando tutte le realtà come se non esistessero differenze di efficienza e di efficacia nell’azione dell’una rispetto all’altra. Un finanziamento per così dire “equo” permetterebbe invece di spingere le singole organizzazioni verso la qualità. E’ necessario valutare e premiare la performance: si può anche fare con lo “strumentario” di cui già disponiamo oggi, esso deve però essere personalizzato sulle singole aziende smettendo di guardare alla spesa storica, ossia alla logica del “ti pago per quello che spendi”, per arrivare a un sistema che premi la qualità, ossia del “ti pago per quello che fai e per come lo fai”.

Il Sistema Sanitario ha in se una componente pubblica ed una privata accreditata. Una loro reale integrazione, potrebbe essere un vantaggio per il sistema. Come ritiene possa essere attuata?

Esistono due momenti che vanno considerati: quello della programmazione e quello della gestione. Non si può tralasciare il primo, perché altrimenti il secondo sarà inefficiente ed anzi fonte di doppioni e sprechi. E’ necessario procedere ad una programmazione unitaria ed integrata delle componenti pubblica e privata accreditata che consenta un’allocazione efficiente delle risorse e funga da base per un’attività di gestione ottimizzata.

Recentemente, la FIASO ha condotto uno studio ed un ragionamento importante sulle “reti cliniche”. Potrebbero essere uno strumento che consenta di muovere nella direzione che ha indicato?

Le reti sono già oggi uno strumento importante perché si affiancano all’attività di programmazione consentendo un’ottimizzazione nella gestione del sistema. Da un lato abbiamo le “reti ospedaliere” che mettono in comunicazione i servizi specialistici consentendo la loro integrazione ed il conseguente innalzamento dei livelli degli standard assistenziali. Infatti consentono di predisporre un percorso guidato per il paziente che ne abbia necessità verso servizi e prestazioni che richiedano livelli di specializzazione e risorse maggiori e che quindi sono, per converso, territorialmente meno diffusi. Quindi, in questo caso, lo standard assistenziale si innalza perché il paziente può contare su un percorso assistenziale più agevole e coordinato. Il complemento della rete ospedaliera è costituito dalla “rete territoriale” che ha il compito fondamentale di gestire la deospedalizzazione. E’ una rete per sua natura multiprofessionale che vede coinvolta una molteplicità di soggetti, oltre agli ospedali: l’ambulatorietà e gli specialisti territoriali, i medici di famiglia, le residenze protette, l’assistenza domiciliare fino all’assistenza socio-sanitaria gestita dai comuni. Il ruolo di questa rete e di ridurre l’ospedalizzazione e quindi i costi ad essa connessa oltre, ovviamente, a fornire una risposta in termini di sanità di prossimità ai cittadini. Dunque, certamente, si tratta di strumenti fondamentali per l’evoluzione del nostro sistema sanitario.

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Fabrizio Sciarretta

Laureato in Economia alla LUISS e Master in Business Administration della Carnegie Mellon University di Pittsburgh, Fabrizio Sciarretta ha dedicato i primi anni della sua attività professionale al giornalismo economico. Rientrato dagli Stati Uniti, ha operato per circa un ventennio nella consulenza di organizzazione e direzione aziendale, ricoprendo incarichi di top management in Italia per due multinazionali americane del settore. Ha poi scelto la strada dell’impresa e da alcuni anni è impegnato come imprenditore nel settore della sanità. E’ consigliere d’amministrazione di SanaRes, la prima rete d’imprese italiana nel comparto sanitario. Lion da sempre, è stato presidente fondatore del Lions Club Roma Quirinale. Nel 2008 ha abbandonato la Capitale in favore della Sabina, e non se ne è pentito affatto.