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Nevi cutanei e Melanoma

Il neo cutaneo (più esattamente definito “nevo”) rappresenta una semplice concentrazione di cellule pigmentate (melanociti) nel tessuto cutaneo. Il colore del neo può variare dalla lieve iperpigmentazione, scarsamente distinguibile dalla cute normale, fino al nero intenso. Si tratta di lesioni benigne in cui i melanociti presentano le medesime caratteristiche della cute normale. Viceversa, in caso di degenerazione tumorale, si assiste alla crescita disordinata ed incontrollata dei melanociti del nevo che possono anche perdere le caratteristiche di normale colorazione. La degenerazione tumorale dei melanociti, definita melanoma, è caratterizzata da elevata aggressività e capacità di sviluppo di metastasi.

Dunque, pur essendo il nevo una malattia del tutto benigna, merita una attenta sorveglianza clinica al fine di riconoscere precocemente eventuali degenerazioni tumorali. I segni precoci di degenerazione tumorale di un nevo sono essenzialmente la modificazione del colore con intensificazione o riduzione della pigmentazione, perdita della normale rotondità del nevo con crescita asimmetrica, comparsa di bordi irregolari ed un rapido aumento delle dimensioni del nevo.

Nevi e Melanoma: la prevenzione

La prevenzione della degenerazione tumorale si basa essenzialmente sull’accurata osservazione delle caratteristiche del nevo, ottenibile attraverso la periodica esecuzione di un’accurata visita medica e dell’esame epidiascopico di superficie od “epiluminescenza”.

L’epidiascopia di superficie consiste essenzialmente nell’esecuzione di immagini fotografiche ingrandite ed ad altissima risoluzione di ciascun nevo;  è così possibile ottenere un vero e proprio archivio fotografico dei nevi a ciascuno dei quali viene associata l’esatta localizzazione sulla superficie corporea del paziente. La ripetizione periodica dell’esame epidiascopico consente di riconoscere ogni più piccola modificazione dei nevi fotografati.

Inoltre, l’esame epidiascopico può essere integrato con la digitalizzazione delle immagini e la comparazione computerizzata con archivi digitali d’immagini con diagnosi già nota. Sarà quindi compito del medico stabilire l’opportunità della rimozione chirurgica o viceversa di un’attenta sorveglianza nel tempo.

E’ comunque opportuno che i nevi cutanei localizzati in sedi di frequente traumatismo meccanico siano asportati indipendentemente dalla loro benignità, in quanto il rischio di una degenerazione tumorale a seguito di traumi ripetuti è comunque elevato. L’indicazione all’asportazione chirurgica è sicuramente valida per nevi localizzati sulle mani, sulle piante dei piedi, alla vita, sul cuoio capelluto e comunque in qualsiasi sede dove siano soggetti a ripetuti microtraumi. Il sanguinamento ripetuto di un nevo rappresenta una valida indicazione per la sua rimozione chirurgica.

Asportanzione chirurgica dei nei

L’asportazione chirurgica di un nevo avviene in anestesia locale e consiste essenzialmente nell’asportazione del nevo in associazione con una minima porzione di tessuto cutaneo e sottocutaneo sicuramente integro. L’incisione chirurgica avrà, in linea di massima, la forma di una piccola losanga orientata rispettando con la massima accuratezza le linee di tensione della cute al fine di ottenere il miglior risultato estetico possibile.

Preme sottolineare come, al di là delle esigenze terapeutiche, sia necessario prestare la massima attenzione a perseguire il miglior risultato estetico possibile, in quanto una cicatrice evidente ed antiestetica può incidere sulla sfera emotiva del paziente ed alterarne significativamente umore e relazioni interpersonali. Questo aspetto, malgrado le comuni valutazioni più semplicistiche, è sempre molto importante e deve essere preso in seria considerazione indipendentemente dalla età e dal sesso del paziente.

Particolare importanza assume quindi la sutura cutanea che deve essere eseguita con la massima accuratezza e con accorgimenti caratteristici della chirurgia plastica al fine di rendere il meno visibile possibile la cicatrice. Il nevo dovrà essere sempre inviato all’esame istologico al fine di studiarne ogni più piccola caratteristica cellulare ed ottenerne una diagnosi certa. Preme ricordare che sono possibili degenerazioni tumorali, anche molto piccole, nell’ambito di nevi apparentemente del tutto benigni; pertanto l’esame istologico è sempre indispensabile.

Ove l’esame istologico riconosca la natura maligna del nevo asportato, sarà necessario un ampliamento dell’asportazione dei tessuti cutaneo e sottocutaneo attorno alla cicatrice chirurgica e la ricerca del linfonodo “sentinella”. Questo linfonodo rappresenta la prima sede linfonodale della via naturale di drenaggio linfatico dei tessuti interessati e quindi il primo filtro difensivo del sistema immunitario – appunto sentinella – destinato a ostacolare la diffusione a distanza del tumore.

Allorché individuato il linfonodo od i linfonodi sentinella, gli stessi verranno asportati chirurgicamente ed avviati anch’essi ad un accurato studio istologico per stabilirne con certezza integrità o viceversa l’invasione tumorale.

Melanoma: serve la diagnosi precoce

Il trattamento terapeutico dei melanomi cutanei si avvale di procedure integrate chirurgiche e medico oncologiche; l’efficacia ed i risultati di tali trattamenti sono determinati principalmente dalla precocità della diagnosi. In questo senso è indispensabile eseguire periodici controlli di tutti i nevi cutanei, stabilendo una immediata sorveglianza clinica di qualsiasi variazione di forma o colore ed asportando chirurgicamente qualsiasi nevo gravato da sospetti anche modesti.

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Antonino Gatto

Il Professor Antonino Gatto, già Primario Chirurgo del Presidio Ospedaliero SS. Gonfalone della ASL RMG; è specialista in Chirurgia d’Urgenza e Pronto Soccorso, in Urologia ed in Chirurgia Plastica e Ricostruttiva. Nell’ambito della Scuola di Specializzazione in Chirurgia Generale dell’Università degli Studi di Tor Vergata di Roma è titolare dell’insegnamento di Chirurgia d’Urgenza. E’ autore di oltre 60 pubblicazioni scientifiche di interesse chirurgico e la sua la sua casistica operatoria consta di oltre 6.000 interventi chirurgici di media ed alta chirurgia generale, vascolare, toracica, urologia e plastica.

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