Tiroide

Tumori della tiroide: cresce la diagnosi precoce

Secondo dati recenti, dal 2015 il carcinoma alla tiroide diventerà, nei Paesi economicamente più sviluppati, il secondo tumore più frequente nelle donne dopo il carcinoma della mammella. A oggi, infatti, siamo di fronte a una vasta e inattesa diffusione di tumori tiroidei dovuta, in realtà, ai più frequenti screening nella popolazione.

Dagli screening tumori tiroidei precoci

In pratica, grazie a controlli eseguiti spesso per altre patologie – come l’ecocolordoppler per la valutazione dei vasi sovra-aortici – ci si imbatte incidentalmente in piccoli tumori della tiroide a uno stadio molto precoce che necessitano, nella maggior parte dei casi, di trattamenti meno aggressivi rispetto alle neoplasie tiroidee diagnosticate qualche decennio fa. Infatti, queste neoplasie hanno un grado di malignità basso nella maggior parte dei casi.

Nodulo Tiroideo: linee guida American Thyroid Association

Secondo le nuove linee guida dell’American Thyroid Association sulla diagnosi e terapia del nodulo tiroideo, che verranno pubblicate nella prima parte del 2015, sarà prevista la possibilità di seguire il tumore della tiroide senza intervenire chirurgicamente, così come la possibilità di interventi più conservativi; la terapia radio metabolica, inoltre, verrà esclusivamente riservata ai tumori tiroidei particolarmente avanzati o aggressivi, che rappresentano non più del 10-20% dei casi.

Circa il 10% della popolazione italiana – ha sottolineato Paolo Beck-Peccoz, Professore Ordinario di Endocrinologia presso l’Università degli Studi di Milano e Presidente AIT – soffre di disturbi tiroidei, con un rapporto donna-uomo di 8:1. Potenzialmente, una persona in ogni famiglia ha un problema legato alla tiroide, la piccola quanto ‘importante’ ghiandola endocrina posta alla base del collo che controlla molte delle funzioni del nostro corpo, dalle funzioni metaboliche allo sviluppo del Sistema Nervoso Centrale, dalla crescita alla fertilità”.

La terapia dei tumori della tiroide

Per quanto riguarda la terapia, recenti dati scientifici hanno dimostrato che i tumori tiroidei di dimensioni inferiori al centimetro e senza estensione extratiroidea, crescono molto lentamente e solo in una bassissima percentuale di casi danno luogo a metastasi linfonodali.

Nelle nuove linee guida verrà pertanto anche prevista la possibilità di seguire nel tempo tali tumori, senza eseguire alcun intervento. Verrà inoltre contemplata la possibilità di esecuzione di interventi più conservativi, quali la lobectomia, fino ad ora considerata meno consigliabile rispetto alla tiroidectomia totale.

Per quanto riguarda la terapia radio metabolica, fino ad ora utilizzata dopo l’intervento di tiroidectomia totale in tutti i casi di tumori tiroidei superiori al centimetro o con estensione extratiroidea, verrà riservata esclusivamente ai tumori particolarmente avanzati o aggressivi, che non costituiscono più del 10?20% dei casi.

Infine, la terapia TSH soppressiva con dosi soprafisiologiche di ormone tiroideo che veniva somministrata ai pazienti con cancro della tiroide per tutta la vita, viene ora considerata più nociva rispetto ai benefici attesi e viene pertanto limitata ai casi più avanzati.

Si profilano pertanto nei prossimi anni grossi cambiamenti nel campo della oncologia tiroidea, sia dal punto di vista epidemiologico, che diagnostico e terapeutico.

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