Vene e Arterie

Arteriopatia Obliterante Cronica degli Arti Inferiori: l’essere umano ha l’età delle sue arterie

L’essere umano ha l’età delle sue arterie: la prova del nove di questo “proverbio medico” è costituita dall’arteriopatia obliterante cronica periferica (AOCP). Proviamo a tradurre in termini più comprensibili il nome di questa malattia all’apparenza complicato. Evidentemente, si tratta di una patologia che colpisce le nostre arterie e ne riduce la capacità di trasportare sangue (“obliterante” vuol dire proprio questo: cioè cancellare e quindi stringere, ridurre) in particolare verso le gambe. In termini più tecnici, la malattia è caratterizzata dalla stenosi (restringimento) od ostruzione (completa occlusione) del lume (diametro) dell’arteria a causa del processo di aterosclerosi (irrigidimento delle arterie e deposito di grassi sulle loro pareti, fenomeno che si sviluppa abitualmente con il trascorrere degli anni). Infine, questa malattia è detta “periferica” perché colpisce gli arti inferiori, ovvero le gambe.

Chiarita la natura dell’ Arteriopatia Obliterante Cronica degli Arti Inferiori, va subito detto che il problema sta nel fatto che l’ostruzione (stenosi) di un’arteria riduce l’afflusso di sangue ai tessuti con conseguente sofferenza degli stessi. Dunque, questa patologia e’ espressione di un avanzato processo di aterosclerosi che può interessare contemporaneamente anche i distretti cerebrovascolare, con i vasi arteriosi che nutrono il cervello e quello cardiaco con i vasi che nutrono il cuore (le coronarie), con elevato rischio di serie complicanze, importante quindi una diagnosi quanto più precoce per intraprendere un adeguata terapia.

L’incidenza delle malattie arteriose degli arti inferiori aumenta con l’età. Circa il 9% delle persone con età tra i 65 ed i 75 anni e’ affetto da stenosi cronica delle arterie degli arti inferiori. Dunque, si tratta di una patologia epidemiologicamente rilevante: se a ciò aggiungiamo il già menzionato rischio di complicanze a livello cerebrovascolare e cardiaco, diviene evidente l’importanza di “sorvegliare” questa problematica.

Arteriopatia Obliterante Cronica degli Arti Inferiori: i sintomi

L’ arteriopatia obliterante cronica degli arti inferiori si può presentare dal punto di vista dei sintomi o completamente asintomatica o con dolore durante la deambulazione o, come nei casi più gravi, con dolore a riposo. Il dolore è di tiposistema circolatorio crampiforme in corrispondenza dei muscoli del gluteo, della coscia o della gamba ed, in genere, aumenta durante la deambulazione, a tal punto che i pazienti arrestano il loro cammino per riposarsi e poi riprendere il cammino.

La lunghezza del percorso che i Pazienti riescono a percorrere in metri viene chiamato “autonomia di marcia” ed è utile per inquadrare la gravità della malattia. La sede del dolore corrisponde alla sede della stenosi o della ostruzione arteriosa: così il dolore ai quadranti inferiori della schiena e/o a livello dei glutei e/o delle coscie e/o impotenza funzionale sono espressione di patologia dell’asse aorto-iliaco; mentre il dolore al polpaccio manifesta una patologia a carico dell’asse femoro-popliteo.

Le condizioni che facilitano l’insorgere dell’AOCP sono l’aterosclerosi (irrigidimento delle arterie e deposito di grassi sulle loro pareti) causata dall’eta’, il sesso maschile, fumo di sigaretta, dislipidemia, ipertensione arteriosa, diabete mellito e non per ultimo lo stress.

La diagnosi

Viene fatta attraverso la visita, tenendo conto delle caratteristiche del dolore riferito dal paziente e della sua autonomia nel camminare, ed effettuando specifiche valutazioni dello stato della muscolatura della gambe e delle arterie. In termini di diagnostica strumentale, l’esame di primo livello è costituito dall’indagine ecografica con color-Doppler (il cosidetto Ecocolor-Doppler) che permette di valutare la sede, l’estensione e l’entità della stenosi (restringimento) delle arterie con misurazione specifica del flusso sanguigno. Ulteriori approfondimenti vengono effettuati attraverso la TAC e la risonanza magnetica con mezzo di contrasto.

Le complicanze

Le complicane alle quali l’ Arteriopatia Obliterante Cronica degli Arti Inferiori può portare sono legate al grado di riduzione di flusso di sangue ai tessuti. Le più serie sono ulcere cutanee e necrosi muscolari in cui può anche essere necessario intervenire chirurgicamente.

In pazienti affetti da importanti stenosi/occlusioni arteriose agli arti inferiori, spesso si evidenzia scarso afflusso di sangue al cervello per stenosi dei vasi cerebrali o pregresse sofferenze cardiache per patologie aterosclerotiche delle coronarie. Importante quindi una valutazione di insieme delle arterie, tramite approfondimento ecocolor-Doppler di altri distretti arteriosi come i vasi del collo che portano sangue al cervello.

Arteriopatia Obliterante Cronica degli Arti Inferiori: prevenzione e terapia 

La prevenzione si basa sul controllo dei fattori di rischio dell’aterosclerosi cioè fumo di sigaretta, dislipidemia, ipertensione arteriosa e diabete mellito.

Abolire il fumo di sigaretta, adottare un’alimentazione con assunzione bilanciata di grassi, proteine e zuccheri che consenta di raggiungere il peso corporeo corretto, magari con l’aiuto di uno specialista in Scienza della Nutrizione, controllare la pressione arteriosa con l’aiuto di un Cardiologo ed uno stile di vita che eviti lo stress, rappresentano le colonne portanti per prevenire e contrastare il processo di invecchiamento delle arterie. Una regolare attività fisica ha sia funzione di prevenzione che di terapia per questa patologia.

Di fondamentale importanza è dunque il rapporto con il proprio Medico di Famiglia, il quale valutando le condizioni cliniche del Paziente, i parametri pressori, il peso corporeo e con semplici indagini di laboratorio può valutare il rischio di malattia arteriosa e quindi consigliare adeguati approfondimenti diagnostici.

La terapia inizia con il controllo dei fattori di rischio per poi proseguire con la somministrazione di farmaci specifici. Nei casi di stenosi critica, la terapia chirurgica, con tecniche specifiche, può rappresentare la soluzione per la “rivascolarizzazione” ovvero per recuperare almeno in parte la capacità delle arterie di trasportare sangue.

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Marco Decuzzi

Il Dr. Marco Decuzzi, si è laureato in Medicina e Chirurgia presso l’Università degli studi di Bari, e successivamente si è specializzato in Chirurgia Vascolare ed anche in Medicina Nucleare con il massimo dei voti e la lode. Ufficiale Medico dell’Esercito, assistente di reparto di chirurgia vascolare presso il Policlinico Militare di Roma “Celio”, ha conseguito il diploma nazionale di ecografia clinica Siumb (Società Italiana di Ecografia in Medicina e Biologia), ed ha frequentato il corso specialistico di EcocolorDoppler Siumb, il corso di ecografia di medicina di base Siumb, e si è perfezionato in dietetica e dietoterapia presso l’Università degli Studi di Padova. Ha al suo attivo 40 pubblicazioni in riviste nazionali ed internazionali su argomenti di ecografica clinica e diverse presentazioni sui medesimi temi in congressi nazionali ed internazionali. Presso il Poliambulatorio Specialistico “Laboratorio Clinico Nomentano”, svolge la sua attività professionale nell’ambito del Servizio di Radiologia per quanto attiene la diagnostica ecografica angiologica e vascolare.

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