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L’anemia in gravidanza

Anemia e Gravidanza: ecco le risposte ad alcune delle domande più frequenti.

Quando si parla di anemia in gravidanza ?

Quando la concentrazione dell’emoglobina va al di sotto dei 10 grammi/decilitro. Normalmente questi livelli si raggiungono nel terzo trimestre. L’anemia può comparire prima, in donne che erano già anemiche e in cui non era stata fatta una diagnosi accurata delle cause dell’anemia; in coloro che hanno un’alimentazione inadeguata o condizioni socio-economiche disagiate. Oppure nelle donne che hanno una gravidanza multipla, perché in tal caso il fabbisogno di ferro raddoppia o triplica a seconda del numero di feti.

Perché l’anemia in gravidanza peggiora rapidamente?

Durante la gravidanza il volume del plasma (ossia il liquido biologico in cui sono diluiti i globuli rossi) aumenta molto più rapidamente dell’incremento di produzione dei globuli rossi da parte del midollo osseo. L’emodiluizione, ossia l’aumento della parte liquida rispetto a quella cellulare, è il primo fattore responsabile dell’anemia che viene riscontrata a volte già nei primi mesi, soprattutto se la donna era già anemica prima della gravidanza. In  gravidanza, poi, il bisogno di ferro aumenta di due-tre volte: questo serve sia per costruire nuovi globuli rossi per la mamma (fondamentali  perché  trasportano ossigeno ai tessuti) sia per ottimizzare il lavoro degli enzimi, proteine che migliorano l’attività cellulare della mamma e i processi di crescita del bambino.

La gravidanza è anche caratterizzata da un aumento di ben 10-20 volte del fabbisogno di acido folico, vitamina essenziale oltre che per la prevenzione dei difetti della colonna vertebrale del bambino e per la prevenzione del parto prematuro anche per la  costruzione dei globuli rossi. Ecco perché anche questa vitamina va assunta sia prima sia durante la gravidanza.

Quali sono le cause di anemia prima della gravidanza?

Le cause principali includono un’alimentazione povera di ferro (soprattutto le diete “ fai da te“ a base di latticini e verdure, così amate dalle giovani donne); poi la celiachia, malattia caratterizzata da intolleranza al glutine, infiammazione cronica a carico della parete intestinale e conseguente malassorbimento di sostanze nutritive essenziali tra cui il ferro e le vitamine del gruppo B; le mestruazioni  troppo abbondanti e/o troppo frequenti e/o prolungate, ma anche piccole perdite croniche di sangue da malattie gengivali o da emorroidi, oltre alle infiammazioni croniche, tutte cause che impoveriscono le preziose riserve di ferro.

Cosa fare allora? Occorre eseguire un esame emocromocitometrico, il dosaggio della sideremia o ferro circolante e il dosaggio della ferritina plasmatica che è la proteina di deposito del ferro: il suo dosaggio indica i livelli di ferro nell’organismo. Ricordiamo che ogni molecola di ferritina può contenere fino a 500 atomi di ferro!

Anemia Mediterranea o Talassemia

Un problema a parte è costituito da una anemia su base ereditaria “la talassemia” chiamata anche anemia mediterranea. Un problema nella sintesi dell’emoglobina è alla base delle diverse forme di talassemia. Si tratta di un gruppo di malattie genetiche ed ereditarie caratterizzate da un trasporto difettoso dell’ossigeno nel sangue, a causa appunto di un difetto nella sintesi dell’emoglobina. Secondo le regole della trasmissione genetica, i genitori portatori  sani hanno una probabilità del 25 per cento di avere un figlio sano, il 50 per cento di avere un figlio portatore sano come loro ed il restante 25 per cento di avere un figlio malato. Se un genitore è sano e uno è portatore generano al 50 per cento un figlio sano, e al 50 per cento un figlio portatore, mentre se un genitore è malato e l’altro è sano generano al 100 per cento un figlio portatore. Infine, un genitore malato e uno portatore generano al 50 per cento un figlio malato e al 50 per cento un figlio portatore, mentre entrambi i genitori malati generano un figlio malato. Da qui l’importanza di eseguire in fase preconcezionale un esame emocromocitometrico con striscio di sangue periferico per la valutazione di eventuale   anisocitosi e poichilocitosi delle emazie ossia “globuli rossi dalle strane forme”  e l’esame dell’elettroforesi dell’emoglobina (test della microcitemia).

Come arrivare con un buon emocromo alla gravidanza?

Il primoconsiglio pratico è di correggere l’anemia prima della gravidanza, con una diagnosi accurata sulle sue cause e una cura adeguata. Per esempio eliminando il glutine dalla dieta, in caso di celiachia; curando le irregolarità mestruali con pillola contraccettiva o progestinici e/o acido tranexamico (un antiemorragico); curando la salute delle gengive; prevenendo le emorroidi ecc.

Successivamente seguendo una dieta ricca di alimenti che contengono il ferro (rosso d’uovo, carne, spinaci, frutta secca, ecc.); utilizzando quando indicati integratori appropriati: ferro, acido folico e vitamina B12.

Prevenire e curare

Durante la gravidanza è importante prevenire e curare l’anemia con:

  • dieta appropriata;
  • aumentata integrazione di ferro, prima che si manifesti l’anemia conclamata. In caso di anemia il ferro può essere assunto anche due volte al giorno lontano dai pasti a meno chè non ci siano problemi gastrici o intestinali. Lontano anche da latte e latticini perché ferro e calcio si legano tra loro e vengono espulsi con le feci perdendo così i vantaggi dell’assunzione del ferro;
  • una spremuta di agrumi bevuta insieme al ferro, perché la vitamina C contenuta negli agrumi ne facilita l’assorbimento;
  • continuando ad assumere acido folico e vitamina B12.

Sappiamo da molto tempo che la carenza di ferro è causa di una ridotta resistenza fisica, di una minor competenza immunitaria, di una maggiore vulnerabilità al freddo per difficoltà nell’adeguare la temperatura corporea a quella esterna, e di cambiamenti nel metabolismo energetico per un motivo biologico  di “ipossigenazione” perché il ferro è il componente essenziale dell’emoglobina, contenuta nei globuli rossi, il cui compito è di trasportare ossigeno alle cellule.

Da relativamente poco tempo invece si sa che il ferro agisce direttamente sui neurotrasmettitori  cerebrali; in particolare la sua carenza ha un effetto negativo su tre funzioni psichiche importanti quali: attenzione, memoria ed apprendimento.

Se carente, il ferro, anche prima che compaia un’anemia franca, riduce i livelli di dopamina, essenziale per le funzioni cognitive, e la velocità con cui compiamo determinati compiti mentali.

L’anemia franca condiziona invece la qualità del compito psichico, ossia quanto bene lo svolgiamo. Da qui l’importanza di correggere la “sideropenia”, ossia la carenza di ferro, prima di arrivare  all’anemia!

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sabrinaproia@laboratorionomentano.it'

Sabrina Proia

La Dr.ssa Sabrina Proia, si è specializzata in Ematologia presso l’Università di Roma “La Sapienza”.Opera come libera professionista in diversi studi di Roma ed è Responsabile della Branca di ematologia presso il Poliambulatorio Specialistico “Laboratorio Clinico Nomentano” nonché Responsabile del Centro per la Terapia Anticoagulante (TAO), federato FCSA, presso la medesima struttura.

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